Sul tema dell’eutanasia il Parlamento è ancora in alto mare. Eppure settembre è vicino. E’ vicino il termine ultimo che, nell’ottobre dello scorso anno, la Consulta ha dato al Parlamento italiano per mettere mano alla legge in riferimento al tema del «suicidio assistito», perché la legge attuale – avevano sottolineato i giudici della Corte Costituzionale «ha vuoti di tutela».
Da ottobre ad oggi le audizioni nelle Commissioni Giustizia e Affari sociali sul tema sono state numerose (circa 40); le due Commissioni della Camera hanno iniziato ad esaminare tre testi in materia di eutanasia (una proposta di iniziativa popolare, una di Leu ed una dell’ex M5s Andrea Cecconi). Ma il problema è che Lega e Cinque Stelle stentano a trovare un accordo, questo perché i due partiti di Governo hanno due posizioni antitetiche. La soluzione che potrebbe mettere d’accordo Lega e Cinque Stelle è quella di intervenire solo sul reato di aiuto al suicidio (art. 580 del Codice penale), lasciando fuori l’eutanasia. Ma anche su questo aspetto le divergenze non mancano: la proposta della Lega è di attenuare le pene per i parenti che aiutano nel suicidio un malato “tenuto in vita solo per mezzo di strumenti di sostegno vitale”.
Ma Marco Cappato, presidente dell’associazione Luca Coscioni che è sotto processo per aiuto al suicidio assistito, non era parente di Dj Fabo e la soluzione – che piace all’ala cattolico tradizionalista di Fi – non lo salverebbe. M5s, ma anche il Pd e la parte liberal di Fi, sarebbero favorevoli a depenalizzare in determinate circostanze, da indicare con chiarezza, le situazioni di aiuto al suicidio. Domani, 11 giugno, i relatori dovrebbero portare la loro proposta al Comitato ristretto. Il 26 giugno è previsto l’approdo in Aula, che potrebbe pero’ slittare, complici i decreti in scadenza da esaminare.
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lunedì, 10 Giugno 2019 - 12:13
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