Una fila di ambulanze marcia a sirene spiegate, ma non si trasportano ammalati. È solo l’incredibile carosello per festeggiare un successo elettorale, quello al ballottaggio di Franco Alfieri, neo sindaco di Capaccio Paestum. La denuncia arriva da Michele Cammarano, consigliere regionale del M5S. E lui, “l’uomo delle fritture”, si dissocia dall’iniziativa dei sostenitori.
«Il sistema Alfieri coinvolge a Capaccio-Paestum persino le ambulanze che, nel cuore della notte – afferma l’esponente pentastellato-, hanno attraversato a sirene spiegate le strade della cittadina per celebrare la vittoria a sindaco del re delle fritture di pesce. Un corteo vergognoso, al seguito di un camion che trasportava una “vela” con il volto del consigliere e già capostaff del governatore De Luca. Ben sette i mezzi per il soccorso pubblico impiegati fino a tarda notte a esaltare la vittoria di un uomo sul cui capo pende un’indagine per voto di scambio politico mafioso». Cammarano spiega che sono «mezzi gestiti, tra l’altro, dalla società Squecco, di proprietà di Roberto Squecco, imprenditore delle pompe funebri e fresco di condanna definitiva per estorsione con metodo mafioso, la cui moglie è stata appena eletta consigliera comunale nelle liste a sostegno di Alfieri».
Si parla di Stefania Nobili, candidata con Democrazia Capaccese. Squecco ha all’attivo una condanna ad un anno e 10 mesi per tentata estorsione con l’aggravante del metodo mafioso. Né Nobili né il marito risultano indagati nel procedimento sul presunto “Sistema Cilento”, in cui Alfieri è il principale indagato. Ma la Dia di Salerno, coordinata dal pm anticamorra Vincenzo Montemurro, vuole approfondinre i rapporti tra la coppia e il neo sindaco di Capaccio. «Non è un caso che – attacca Cammarano – la campagna elettorale di Franco Alfieri sia stata inaugurata con una grande festa evento al lido Kennedy, di proprietà di Roberto Squecco, alla presenza, tra gli altri, di Piero De Luca». Il consigliere regionale grida al «paradosso», perché «ci troviamo al cospetto di un sistema che va oltre ogni immaginazione, caratterizzato da un potere esercitato come in un vero e proprio feudo, dove tutto è sotto il controllo di un unico padre-padrone. Persino mezzi che dovrebbero essere sempre pronti all’uso, per intervenire tempestivamente per salvare vite umane, vengono destinati a osannare il feudatario del territorio».
Dev’essere un destino: nemmeno il tempo di festeggiare, che Alfieri finisce ancora nell’occhio del ciclone. Il sindaco del Pd, però, prende le distanze. «Proprio in quei momenti – scrive sui social – non ero al comitato in quanto impegnato in un’intervista presso un’emittente televisiva. Se fossi stato presente avrei immediatamente manifestato la mia più ferma contrarietà. È stato un episodio grave e sicuramente di cattivo gusto dal quale mi dissocio completamente». E precisazioni arrivano dall’avvocato Mario Turi, storico legale di Squecco. «Non ci sono illeciti né comprendo tutto questo clamore – dichiara – Il mio assistito ha inteso partecipare a questa manifestazione di gioia, durata una decina di minuti, davanti al comitato elettorale di Alfieri. Mi ha riferito che in quei momenti si trovava insieme ad altri volontari che, evidentemente, sono elettori di Alfieri. A festeggiare c’erano centinaia di persone, ma poiché Squecco ha avuto dei problemi, ecco le reazioni». Il difensore, inoltre, specifica che l’imprenditore «è legalmente separato dalla moglie, vive a Capaccio Paestum ma in un’altra abitazione. La candidatura al Consiglio comunale della moglie è una faccenda che riguarda soltanto lei».
martedì, 11 Giugno 2019 - 12:09
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