Il 24 giugno in Aula alla Camera non ci sarà alcun testo sull’eutanasia o sulla riforma del reato di aiuto al suicidio di cui discutere. Ché, come avevamo anticipato nei giorni scorsi, l’accordo tra Lega e Cinque Stelle sembra lontano. Il comitato ristretto delle commissioni Giustizia e Affari sociali della Camera si è ritrovato ritrovate nell’impossibilità di stilare un testo e, giocoforza, ha chiesto uno slittamento dell’arrivo in aula del provvedimento. Il tempo richiesto scade il 15 luglio ma non è detto che si arrivi ad una soluzione.
Lega e Cinque Stelle sono al muro contro muro. Il Carroccio non intende cedere sull’eutanasia, ma vuole limitarsi a intervenire solo sul reato di aiuto al suicidio. Così per cercare di raggiungere un punto di incontro con i grillini, favorevoli ad un intervento normativo più ampio, la Lega ha fatto un’offerta ai grillini contenuta in una proposta di legge depositata alla Camera: dividere i reati di istigazione e aiuto al suicidio (al momento equiparati, si rischia la galera da 5 a 12), prevedendo che per l’aiuto al suicidio la pena venga ridotta da sei mesi a 2 anni, qualora chi – un convivente o un parente di primo grado – aiuti il malato terminale a morire agisca «in presenza di un grave turbamento». Non solo. I leghisti ‘offrono’ anche il rafforzamento delle cure delle palliative, ma con una modifica alla legge sul biotestamento che permetta l’obiezione di coscienza. I grillini hanno però risposto picche, insistendo sulla regolamentazione dell’eutanasia. Il rinvio è presto detto: nessuna sintesi sul fine vita e al via altre sette audizioni.
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venerdì, 21 Giugno 2019 - 15:30
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