Dodici anni e 8 mesi di reclusione per i reati di violenza sessuale aggravata e di stato di incapacità procurato mediante violenza e concussione. E’ la condanna disposta oggi nei confronti di Dino Maglio, l’ex carabiniere che tra il 2012 e il 2014 ha violentato quattro ragazze e ne ha drogate poco meno di una decina. La sentenza è stata emessa dal Tribunale collegiale di Padova presieduto dal giudice Claudio Marassi. Il Pm Giorgio Falcone aveva chiesto 14 anni. Molte delle vittime, presenti in aula, sono scoppiate a piangere.
Stando alle indagini condotte dal pm Giorgio Falcone dal 2013 al 2014 almeno quattro vittime sono state abusate sessualmente, mentre altre dieci sono state drogate da Maglio. Erano tutte ospiti straniere del suo alloggio B&B sui colli Euganei a Padova. Tutte le ragazze hanno dato il loro contributo alle indagini: una statunitense si è costituita parte civile e un’altra amica, pur non costituendosi, ha voluto essere presente con il fidanzato alla sentenza. Quando le due hanno capito che Maglio era stato dichiarato colpevole, sono scoppiate in lacrime, poi in modo del tutto irrituale, ma comprensibile per lo stato d’animo e la tensione provata fino a quel momento, hanno abbracciato il pm Falcone, ringraziandolo. «Credevamo nel pubblico ministero ma non ci aspettavamo che il processo fosse così lungo – hanno spiegato al termine dell’udienza – è stato doloroso raccontare e ricordare quei momenti. giustizia e’ fatta per noi ma anche per tutte le altre che non sono potute venire qui. Ora torniamo alla nostra vita. viaggiare? Non ci spaventa, certo ora stiamo molto piu’ attente quando programmiamo un viaggio». Per la giovane parte civile è stato stabilito un risarcimento di 70mila euro.
Dino Maglio ha appena finito di scontare 5 anni di carcere per un’altra violenza sessuale, ai danni di una ragazza australiana che lo aveva denunciato immediatamente in questura subito dopo i fatti, avvenuti nel 2014. Esaurita la pena il 2 giugno scorso, il pm ha chiesto una nuova misura cautelare, quella dell’obbligo di residenza a Surbo, in provincia di Lecce, dove abita la sua famiglia, e quella dell’obbligo di non uscire di notte. L’ex carabiniere non tornerà in carcere.
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venerdì, 21 Giugno 2019 - 17:30
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