Un’odissea, 13 giorni confinati su di una nave in mezzo al mare. Da tanto dura il calvario dei migranti salvati dalla nave Sea Watch il 12 giugno scorso, ma che a causa delle direttive firmate dai ministri Salvini, Toninelli e Tria non può approdare in Italia e far sbarcare il ‘carico’ di vite umane. Ieri i migranti hanno chiesto l’intervento della Corte di Strasburgo che ha reso noto di aver ricevuto una richiesta di «misure provvisorie» da parte di alcune persone a bordo della Sea Watch 3 per chiedere all’Italia di consentire lo sbarco dei migranti. La Corte ha rivolto una serie di domande sia alla Sea Watch 3 che al governo italiano. La Corte in base ai suoi regolamenti può chiedere all’Italia di adottare quelle che vengono definite «misure urgenti» e che «servono ad impedire serie e irrimediabili violazioni dei diritti umani». La sua decisione dovrebbe arrivare oggi.
Ma non si arrende il capitano della nave Ong. Nonostante la consapevolezza di andare incontro a un’incriminazione per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e forse di associazione per delinquere, oltre che a una multa e alla confisca della nave, Carola Rackete, capitano tedesca 31enne della Sea Watch, con a bordo 42 migranti recuperati in mare, ha deciso: «Io voglio entrare. Entro nelle acque italiane e li porto in salvo a Lampedusa. Sto aspettando cosa dirà la Corte Europea dei diritti dell’uomo poi non avrò altra scelta che sbarcarli lì», dice in un’intervista a Repubblica. Per il capitano, la vita delle persone che ha recuperato in mare «viene prima di qualsiasi gioco politico e incriminazione. Non bisognava arrivare a questo punto». A bordo «i migranti sono disperati – aggiunge -. Qualcuno minaccia lo sciopero della fame, altri dicono di volersi buttare in mare o tagliarsi la pelle. Non ce la fanno più. Si sentono in prigione. L’Italia mi costringe a tenerli ammassati sul ponte, con appena tre metri quadrati di spazio a testa». Carola Rackete liquida poi come «ridicola» l’idea di Matteo Salvini che la nave, battente bandiera olandese, dovrebbe andare in Olanda: «E’ ridicolo, bisognerebbe circumnavigare l’Europa. Oltretutto l’Olanda non collabora». E aggiunge: «Siamo circondati dall’indifferenza dei governi nazionali». Se potesse parlare con il ministro Salvini, gli direbbe «che l’importanza della vita umana è un valore ereditato dai grandi pensatori greci e romani e non dovrebbe farci sopra i suoi giochi politici».
«L’Italia non si fa dettare le regole da una ong pagata da chissà chi», è la risposta del ministro dell’interno Matteo Salvini. «Per me la Sea Watch – aggiunge Salvini – può rimanere lì fino a Natale e Capodanno. A quest’ora potevano essere arrivati in Olanda. Il mio atteggiamento non cambia neanche se arrivasse la Regina di Svezia. Come stabilisce il decreto sicurezza bis, per chi infrange la legge il mezzo verrà sequestrato e rischia una multa fino a 50.000 euro. Ognuno risponde di quel che fa. Quello dell’equipaggio è una presa di posizione politica: il problema lo risolvano Amsterdam, Berlino e Bruxelles. Ciò che succede su quella nave sarà responsabilità del governo olandese».
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martedì, 25 Giugno 2019 - 13:34
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