Ci sono i capi storici dei Licciardi, dei Contini e dei Mallardo tra i destinatari delle 126 ordinanze di custodia cautelare emesse a corollario dell’inchiesta battezzata ‘Cartagena’. C’è il boss Eduardo Contini ‘o romano, che è detenuto da un pezzo in regime di carcere duro. E poi ci sono il boss Francesco Mallardo di Giugliano e Maria Licciardi, la sorella del defunto boss Gennaro Licciardi detto ‘a scigna che fu tra i fondatori dell’Alleanza di Secondigliano, il temutissimo cartello che inglobava appunto i Licciardi, i Contini e i Mallardo. Se Contini e Mallardo hanno ricevuto il provvedimento in carcere, Maria Licciardi risulta irrepetibile ed è attivamente ricercata.
Tra gli indagati anche storici affiliati ai tre sodalizi. Come Antonio Aieta, cognato di Contini, e condannato pochi giorni fa in Cassazione a venti anni per traffico di droga proveniente dall’Olanda. Spiccano anche i nomi di Patrizio Bosti, braccio destro di Contini e pure lui detenuto da un pezzo. O Salvatore Botta, cassiere del clan e pure lui condannato pochi giorni fa.
L’inchiesta abbraccia un pezzo di storia criminale di Napoli che parte dal 2012. «L’inchiesta è estremamente importante per lo scenario descritto», dice il capo della procura Giovanni Melillo nel corso della conferenza stampa convocata per illustrare i contenuti dell’operazione. Un’operazione che ha consentito di documentare «logiche e ruoli attraverso i quali si esprime la capacità criminale di questo cartello». Le intercettazioni hanno consentito, in particolare, di documentare gli incontri al vertice dei capi del cartello. (leggi il servizio su.. Camorra, l’ospedale San Giovanni Bosco controllato dai Contini: base operativa per le truffe sui falsi incidenti)
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mercoledì, 26 Giugno 2019 - 11:25
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