Militari del comando provinciale della guardia di finanza di Roma stanno eseguendo un decreto di confisca del Tribunale capitolino – confermato, per la quasi totalità dei beni, dalla Corte d’appello e divenuto definitivo, a seguito della pronuncia della Cassazione – di numerosi compendi societari, immobili, autoveicoli, un natante e rapporti finanziari, per un valore complessivo di oltre 390 milioni di euro.
Destinatario del provvedimento è l’imprenditore Giovanni De Pierro attivo, attraverso varie società, nei settori della compravendita di immobili, del commercio di autoveicoli, delle pulizie industriali, della gestione di servizi alle imprese e dei cantieri della nautica da diporto.
Tra i beni confiscati spicca un’imbarcazione di 15 metri del valore di circa 200mila euro, svariati locali commerciali, in gran nel quartiere Eur della Capitale, oltre a denaro contante per 1,3 milioni di euro, rinvenuto in una cassaforte dell’abitazione di De Pierro nel mese di luglio 2008, quando fu arrestato. Le investigazioni hanno consentito di riscontrare l’esistenza di un gruppo a struttura piramidale, con a capo De Pierro, il quale, mediante l’utilizzo strumentale di innumerevoli aziende, formalmente amministrate da compiacenti prestanome, era riuscito, da un lato, ad assicurarsi un elevato numero di appalti pubblici, specie nel settore dei servizi di pulizia e facchinaggio, e, dall’altro, a sottrarsi al pagamento di ingenti debiti nei confronti dell’Erario, dell’Inps, dell’Inail e di Enti locali.
L’accertata sproporzione tra le ricchezze accumulate e i redditi dichiarati, insieme alla «pericolosità sociale» del protagonista della vicenda, hanno consentito di pervenire, dapprima, al sequestro dei beni, eseguito nel 2014 e, poi, alla confisca di primo grado alla fine del 2016.
I beni confiscati all’imprenditore
Sono stati ora definitivamente incamerati dallo Stato: il patrimonio aziendale di 83 società, aventi sede a Roma, Napoli, Milano, Regno Unito, Lussemburgo, Costa Rica, Isole Vergini Britanniche e Repubblica di Panama; le quote di 6 società, con sedi nelle province di Roma, Latina e Livorno. La lista continua con 64 immobili e 48 terreni, nelle province di Roma, Milano, Isernia, Frosinone, Sassari, Oristano, Livorno, Siena e Latina; 37 autoveicoli; 1 natante modello Cayman 52WA; oltre 18 milioni di euro tra rapporti bancari, postali, assicurativi e azioni. Uno degli immobili confiscati – nel quartiere Tiburtino della Capitale – è divenuto, recentemente, sede di un Reparto del Corpo.
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giovedì, 27 Giugno 2019 - 12:06
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