Sulla carta i soldi pubblici ricevuti servivano per l’assistenza ai migranti, ma nei fatti quel denaro veniva impiegato anche per procedere ad assunzioni fittizie. Una delle quali a vantaggio di Santo Pasquale Morabito, legato al padrino della ‘ndrangheta Giuseppe Morabito detto ‘u Tiradrittu’. A Morabito, nel giro di 4 anni, sarebbe andato un compenso complessivo di poco superiore ai 51 mila euro per la mansione di impiegato par time, mansione che ovviamente l’uomo non svolgeva.
E’ uno dei retroscena emersi dall’inchiesta ‘Fake onlus’, coordinata dalla procura di Milano, che stamattina ha portato all’esecuzione di 11 misure cautelari (tra carcere e domiciliari) per truffa allo stato nella gestione dell’emergenza migranti da parte di quattro onlus. A Morabito lo stipendio era garantito dalla cooperativa «Amici di madre Teresa Giuliani». Tra le assunzioni fittizie spiccano anche quelle di due persone considerate dagli inquirenti legate al mondo della ‘ndrangheta: Salvatore Muia, assunto dalla coop “Milano Solidale” con uno stipendio di 20 mila euro, e Salvatore Camerino, dipendente della stessa coop “Gli amici di madre Teresa Giuliani”. Le assunzioni fittizie, hanno annotato gli inquirenti, servivano come copertura per facilitare le scarcerazioni delle persone detenute che avevano maturato i requisiti per potere tornare in libertà.
Al centro delle indagini, coordinate dal pm Ilda Boccassini e dal sostituto procuratore Gianluca Prisco, 4 onlus che operavano nella gestione dell’emergenza migratoria: “Area Solidale”, “Milano Solidale Onlus”, “Amici di Madre Teresa Giuliani” e “Volontari senza frontiere”. Esse avrebbero beneficiato dal 2014 ad oggi di ben 7 milioni. Tra le organizzazioni coinvolte nell’indagine, una di esse ha partecipato al Festival dei Beni Confiscati alle Mafie del 2018 ed era attiva nell’ambito del progetto di una ‘ciclofficina solidale’ a Milano. Secondo la procura, l’organizzazione che lucrava sui business dei migranti si era inserita stabilmente nelle gare pubbliche per la gestione dell’emergenza migranti indette dalle prefetture di Lodi, Pavia e Parma, in un periodo in cui, specialmente tra il 2014 e il 2017, si era in una fase emergenziale dal punto di vista dell’immigrazione, come ha sottolineato il colonnello della guardia di finanza Vincenzo Andreone. Vinte le gare, le finte onlus intascavano i soldi e tramite giroconti, assegni o con altri metodi, emersi dagli accertamenti bancari dei finanzieri, li facevano sparire. Gli indagati presentavano addirittura le stesse false documentazioni contemporaneamente a diverse prefetture. Nessuna di loro, incalzano gli inquirenti, offriva i servizi di integrazione a favore degli immigrati, che sulla carta venivano attestati, come «psicologi, criminologi ed avvocati che non risultano aver prestato attività lavorativa».
«Palazzo Marino, sempre mobilitato con marce e pic-nic per i migranti, si costituisca anche parte civile nell’eventuale processo. L’assurdità sarebbe anche che queste quattro associazioni coinvolte negli arresti di oggi abbiano avuto assegnati dai comuni locali sequestrati alle mafie», ha dichiarato l’assessore alla Sicurezza della Regione Lombardia, Riccardo de Corato, proseguendo: «Se così fosse, mi auguro che le amministrazioni provvedano immediatamente alla revoca degli affidamenti».
Sull’operazione è intervenuto anche il ministro dell’Interno Matteo Salvini: «Meno sbarchi e meno soldi per i professionisti dell’accoglienza: così risparmiamo, difendiamo l’Italia e investiamo nell’assunzione di nuove Forze dell’Ordine. La pacchia è finita».
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martedì, 2 Luglio 2019 - 15:30
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