«Abbiamo già preparato la querela nei confronti del ministro Salvini»: l’annuncio arriva direttamente da Alessandro Gamberini, legale del capitano della Sea Watch3 Carola Rackete, intervenendo alla trasmissione “L’Italia s’è desta” su Radio Campus. «Non è facile raccogliere tutti gli insulti che Salvini ha fatto in queste settimane e anche le forme di istigazione a delinquere nei confronti di Carola, cosa che è ancora più grave se fatta da un ministro dell’Interno», ha dichiarato il difensore della comandante della Sea Watch. «Nel circuito dei leoni da tastiera abituati all’insulto, è lui che muove le acque dell’odio. Una querela per diffamazione è il modo per dare un segnale», spiega.
Non si è fatta attendere la replica via Twitter da parte del leader della Lega: «Infrange le leggi e attacca navi italiane, e poi mi querela. Non mi fanno paura i mafiosi, figurarsi una ricca e viziata comunista tedesca! Bacioni». Anche in questo caso, Salvini si è servito del solito linguaggio canzonatorio e sprezzante tipico della sua comunicazione social. Il caso Sea Watch è destinato a proseguire anche per altre vie giudiziarie: «Carola Rackete rimane attualmente indagata per resistenza a pubblico ufficiale e del reato previsto dall’articolo 1100 del Codice della navigazione. Abbiamo vinto una battaglia, ma non la guerra», ha ricordato il difensore. La prossima data su cui puntare l’attenzione, in vista di ulteriori sviluppi di questa vicenda, è il 9 luglio, data di una nuova udienza nell’ambito del procedimento a carico della Rackete. Ekkehart Rackete, padre del capitano al centro delle polemiche, fa sapere che quest’ultima non intende fuggire né eludere in alcun modo la giustizia italiana: «Carola si trova attualmente in una località segreta in Sicilia e rimarrà in Italia ancora a lungo» ha dichiarato nell’ambito di un’intervista rilasciata al settimanale tedesco Focus. Nella disputa a colpi di annunci, tweet e dirette tra il difensore della Rackete e Matteo Salvini, è intervenuto anche il deputato Pd Carmelo Miceli: «Il ministro dimostri di avere almeno un quarto del coraggio di Carola. Rinunci all’immunità e annunci immediatamente che sarà lui a chiedere alle Camere di votare ‘sì’ all’autorizzazione al processo appena le denunce saranno incardinate», ha incalzato il componente della commissione Giustizia della Camera.
Se Carola Rackete resta in Italia per sottoporsi al giudizio della magistratura, già una volta Salvini l’ha scampato. Indagato dalla procura di Catania sul caso Diciotti, il leader della Lega è riuscito a defilarsi da un eventuale processo grazie al voto favorevole della giunta per le immunità del Senato che ha bloccato la richiesta di autorizzazione a procedere avanzata dai pm. “Lachiamavanoonestà” è stato l’hashtag utilizzato dal Pd come parola-chiave della relativa protesta. Cosa farà adesso Matteo Salvini? Invocherà nuovamente l’immunità o imiterà l’acerrima nemica Rackete e affronterà il giudizio dei magistrati?
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venerdì, 5 Luglio 2019 - 14:55
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