Avevano il monopolio delle piazze di spaccio dei paesi a Nord di Caserta soprattutto in virtù della loro parentela ravvicinata con boss dei casalesi. Una indagine dei militari del Nucleo Investigativo di Caserta ha portato esecuzione a una misura di custodia cautelare in carcere, emessa dal gip di Napoli nei confronti di 10 persone (otto in carcere e due agli arresti domiciliari) che devono rispondere di associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, con l’aggravante della metodologia mafiosa.
L’inchiesta è nata nel 2015 e terminata nel luglio 2016, e ha messo in luce come Teresa Vitolo, moglie di Carlo Del Vecchio, detto Carlino, attualmente detenuto in regime di 41 bis, nonché sorella di Massimo, anch’egli elemento di spicco dei Casalesi, insieme a Stefano Fusco, cugino di un altro esponente di spicco della cosca, Maurizio, aveva messo in piedi una organizzazione per gestire un traffico di droga. I loro affari, potendo contare sull’illustre parentela con elementi apicali del clan e su una copertura totale da parte di esponenti liberi, tra i quali Gaetano Diana, figlio del boss Elio e nipote, per parte di madre, di Francesco Schiavone detto Cicciariello, attualmente detenuto in regime di 41 bis, sono cresciuti tanto da far sì che tra Bellona, Vitulazio e Camigliano, le piazze di spaccio di gruppi criminali passassero a loro.
Teresa Vitolo, a esempio, è andata a casa di Cristina Gravante, sostenuta dalla fazione Iovine dei Casalesi, che ha dovuto arrendersi di fronte alla preponderante forza camorristica della rivale. Dalle indagini è inoltre emerso che il gruppo poteva avvalersi della disponibilità di armi e di contatti con compagini criminali straniere, in particolare albanesi, con i quali contrattava l’acquisto di droga. Tra i destinatari del provvedimento vi è un albanese già tratto in arresto per omicidio volontario, commesso in Grecia ed estradato nel 2016.
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martedì, 9 Luglio 2019 - 16:43
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