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L’accusa che il giudice napoletano Alberto Capuano sia venuto meno ai suoi doveri, promettendo a terze persone di interessarsi per risolvere i loro problemi giudiziari, ha retto rispetto a quattro episodi sui sette contestati. E con essa ha retto anche la custodia cautelare in carcere che era stata disposta dal giudice per le indagini preliminari Costantino De Robbio del Tribunale di Roma.
Ieri mattina, allo scadere dell’ultimo giorno utile per depositare la propria decisione sul ricorso presentato dai difensori del magistrato, il Tribunale della Libertà ha sciolto la riserva sul ricorso che era stato presentato dall’avvocato Maurizio Lojacono, secondo il quale il giudice Capuano (in servizio a Ischia al momento dell’arresto) non aveva mai messo in campo alcun tentativo per aiutare terze persone ma aveva commesso l’imperdonabile errore di fingere il contrario con i suoi interlocutori perché non sapeva come liberarsi da quelle scomode e pressanti richieste. In carcere restano anche il consigliere municipale di Bagnoli Antonino Di Dio, l’uomo del clan Mallardo Giuseppe Liccardo e l’imprenditore Valentino Cassini che gestisce una società di informatica. Ma, anche in relazione alle posizioni di Cassini e Di Dio, il Riesame ha ritenuto solida la gravità indiziaria in relazione ad alcune ipotesi di reato.
Entrando nello specifico della decisione del Riesame, Capuano si è visto confermare le accuse di corruzione relative alla vicenda dell’imprenditore Federico, destinatario di un ordine di demolizione della sua abitazione. Secondo l’accusa, il giudice Capuano – messo in contatto con Federico per il tramite di un amico comune – si disse disponibile ad aiutarlo. In cambio Federico promise di eseguire dei lavori edili presso il centro estetico gestito dalla moglie. Gli investigatori hanno anche ripreso alcuni incontri tenutisi tra il privato cittadino e Capuano all’interno di un bar, presumibilmente per discutere del da farsi. Tuttavia le operazioni di abbattimento si svolsero ugualmente, segno che Capuano non riuscì ad intervenire. Il secondo episodio per il quale vi è stato conferma da parte del Riesame riguarda invece il rapporto tra Capuano e Valentino Cassini (per il quale c’è stata conferma): secondo l’accusa Cassini si sarebbe messo a disposizione del giudice per realizzazione un sito sulle offerte del centro estivo e come contropartita avrebbe chiesto piaceri giuridisdizionali per conto di altre persone.
La conferma delle accuse ha riguardato anche l’episodio del presunto interessamento del giudice Capuano rispetto al processo a carico di Giuseppe Liccardo (e di due suoi parenti) per intestazione fittizia di beni. Antonino Di Dio chiese a Capuano di cercare di pilotare l’esito di quel processo verso un’assoluzione e Capuano promise che sarebbe intervenuto. Di più: in diverse conversazioni ha riferito anche con chi avrebbe parlato per provare ad aiutare Liccardo. Il processo è ancora in corso. Rispetto a questo episodio la conferma della misura ha riguardato anche le posizioni di Liccardo, Cassino e Di Dio.
Infine Capuano si è visto confermare, unitamente a Di Dio e Casini, l’accusa relativa ad un intervento che propiziasse una dilazione dei termini di versamento del presto in asta fallimentare interessante il complesso aziendale Magic World.
Tra i tre capi d’accusa annullati per carenza della gravità indiziaria, invece, vi è quello relativo al presunto intervento di Capuano per favorire il superamento della prova orale del concorso in magistratura della figlia di Antonino Di Dio; secondo l’accusa Capuano avrebbe ricevuto in cambio tre tessere da dieci ingressi ciascuna per la struttura polifunzionale dell’Arenile di Bagnoli. Un episodio che il gip De Robbio aveva duramente censurato, riservando parole durissime alla moralità della ragazza che quel concorso l’ha effettivamente superato. «L’annullamento rispetto a questo vicenda prova l’assoluta correttezza e trasparenza delle prove concorsuali, brillantemente sostenute dalla dott.ssa Angela Di Dio», commentano gli avvocato Marco Campora e Aniello Cozzolino, che assistono Antonino Di Dio. Quest’accusa è stata ‘annullata’ anche per Di Dio e Cassini.
L’annullamento della misura è stato disposto anche in relazione al presunto interessamento di Capuano, su sollecitazione di Antonino Di Dio, circa la scarcerazione di Francesco Sorrentino in cambio di soldi. Anche in questo caso la misura è stata annullata pure per Di Dio.
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sabato, 27 Luglio 2019 - 12:29
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