Adesso i Cinque Stelle dovranno farsene una ragione. Sempre che non intendano staccare la spina all’alleanza con Salvini e provocare la caduta del Governo. Poco dopo la mezza di oggi, il Senato ha boccato con 181 voi la mozione sulla TAV presentata dai grillini. Alla notizia del risultato, Luigi Di Maio è uscito dall’Aula senza dire una parola.
La mozione, nello specifico, chiedeva una pronuncia del Parlamento «volta ad escludere la prosecuzione delle attività connesse alla realizzazione dell’opera» e chiedeva «di avviare, in sede parlamentare, un percorso immediato volto a promuovere, per quanto di competenza, l’adozione di atti che determinino: la cessazione delle attività relative al progetto per la realizzazione e la gestione della sezione transfrontaliera del nuovo collegamento ferroviario Torino-Lione e una diversa allocazione delle risorse stanziate per il finanziamento della linea al fine di promuovere la loro riassegnazione all’entrata del bilancio dello Stato per essere successivamente destinate ad opere pubbliche alternative, maggiormente utili ed urgenti, sul territorio italiano».
Per i grillini il progetto per la realizzazione della nuova linea ferroviaria Torino – Lione presenterebbe gravi criticità dal punto di vista della sostenibilità economica, sociale ed ambientale, evidenziate nel corso degli anni da numerosi studi e ricerche. Inoltre, si legge nella mozione, sull’attuale linea si registra da tempo una continua diminuzione del traffico merci e del traffico passeggeri tra l’Italia e la Francia e le molte previsioni alla base del progetto dell’opera sono state smentite dai fatti e si tratta di un progetto obsoleto, legato a modelli di sviluppo superati e non sostenibili, al quale è destinato un ingente ammontare di risorse finanziarie, che potrebbero essere finalizzate a opere più utili e urgenti, lungamente attese, da realizzare sul territorio nazionale.
Nell’illustrare la mozione, la senatrice grillina Elisa Pirro aveva ribadito il perché della contrarietà dei pentastellati: «Essere contrari alla Tav non vuol dire essere contrari allo sviluppo del paese ma promuovere un nuovo modello» e non «un’opera non indispensabile per far arrivare patate o bulloni 40 minuti prima a Lione».
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mercoledì, 7 Agosto 2019 - 12:58
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