La fuoriuscita di Matteo Renzi dal Pd sta scombussolando non solo la maggioranza in parlamento ma anche l’opposizione. E Silvio Berlusconi ne è una vittima. «Non esiste la possibilità di nostri parlamentari con Renzi», aveva dichiarato intorno alle due di oggi pomeriggio il fondatore di Forza Italia a margine della plenaria Ue. Poche ore dopo, però, la senatrice forzista Donatella Conzatti l’ha smentito, affermando di non potere «che anteporre», a qualsivoglia valutazione tattica, «il coraggio di dare il mio contributo perché Italia Viva abbia successo». Conzatti, che prima ancora di aderire al partito di Berlusconi era di Scelta Civica, ha deciso di cambiare appartenenza politica poiché consapevole «di non poter più arginare, ma ormai soltanto subire le posizioni di matrice sovranista e antieuropeista». E quale migliore situazione se non una «casa dei riformisti e dei liberaldemocratici libera dalle contraddizioni interne mai risolte nel Pd e fieramente incompatibile con forze sovraniste», ha commentato.
Il cambio di casacca da parte di qualche onorevole delle opposizioni era immaginabile. Ieri sera a Porta a Porta, alla domanda di Bruno Vespa sui rischi di indebolimento del Governo, Renzi ha sostenuto che la formazione del suo nuovo partito non può che rafforzare l’Esecutivo guidato da Giuseppe Conte poiché a fluire al suo interno non ci saranno solo ex democratici.
Il numero dei parlamentari che in queste ore stanno passando al gruppo non è ancora definitivo. In mattinata altri parlamentari hanno dichiarato di volere far parte della nuova squadra. L’ultima della lista è la deputata, ormai ex democratica, Sara Moretto. Una decisione sofferta presa dopo ore travagliate, «dal punto di vista personale prima ancora che politico». Per l’onorevole veneta il progetto, «senza rete e senza garanzie personali, certamente scomodo e faticoso» è «capace di tracciare una rotta, quella del cambiamento del nostro Paese e dei nostri territori». Principi alla base del suo «impegno politico». Le fa eco il collega Matteo Colaninno che definisce Italia Viva una «sfida positiva, ambiziosa e di grande coraggio».
A Palazzo Madama, invece, con il passaggio di Daniela Sbrollini (e dello stesso Matteo Renzi, ovviamente), sale a tredici il numero dei democrat che hanno dato l’addio al Nazareno. Si tratta di Francesco Bonifazi, Teresa Bellanova, Ernesto Magorno, Laura Garavini, Eugenio Comincini, Davide Faraone, Valeria Sudano, Nadia Ginetti, Leonardo Grimani, Giuseppe Cucca, Mauri Marino.
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mercoledì, 18 Settembre 2019 - 17:54
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