«Prima ritirino la procedura di cessione e poi ci siederemo di nuovo al tavolo a discutere». Il ministro per lo Sviluppo economico Stefano Patuanelli non fa marcia indietro sulla questione Whirlpool. E, a margine dell’assemblea generale di Confindustria Vicenza, lancia un ultimo avvertimento ai vertici dell’azienda al fine di riprendere il confronto. Ciò sulla base dell’accordo siglato nell’ottobre 2018 tra la multinazionale e il ministero che all’epoca era retto da Luigi Di Maio. L’accordo prevedeva l’investimento da parte di Whirlpool di 250 milioni di euro spalmati in tre anni nei siti industriali italiani, Napoli compreso. In cambio il Governo si impegnava «ad accompagnare, con lo strumento della cassa integrazione straordinaria fino al 31 dicembre 2020, il piano di sviluppo industriale di Whirlpool».
Con l’improvvisa comunicazione della cessione del ramo d’azienda di via Argine, però, l’accordo viene automaticamente intaccato, ma formalmente non lo si può toccare. E Patuanelli s’è infuriato non poco con la società statunitense anche nel corso dell’ultimo tavolo che si è tenuto nella giornata di ieri, venerdì 20 settembre. «Ho chiesto loro due cose molto semplici: le scuse per i lavoratori e le Istituzioni, e il ritiro della procedura di cessione. Due cose per poter riavviare il dialogo interrotto in via unilaterale dall’azienda», ha spiegato il ministro. Nonostante il patto stipulato meno di un anno fa, ha continuato Patuanelli, il Mise ha le mani legate e la discussione dovrà continuare sul tavolo del Consiglio dei ministri.
A tutt’altra riunione sembra aver partecipato, nella giornata di ieri, l’amministratore delegato Luigi La Murgia. Al termine dell’incontro l’ad ha dichiarato che il ministro ha preso atto di quanto già deciso dalla società, poiché unica soluzione percorribile: «L’opzione di riconversione è l’unica che permette di garantire i massimi livelli occupazionali sul sito di Napoli».
La società acquirente, la svizzera Prs, secondo La Morgia, è già pronta a presentare il proprio piano industriale. Ma sui livelli occupazionali restano i dubbi. La società lugana infatti, come ha spiegato il segretario generale Cgil Fiom Rosario Rappa in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera, «ha un capitale sociale abbondantemente al di sotto del cral dei dipendenti» del sito di via Argine. Il sindacalista conclude puntando il dito contro l’ad di Whilrpool, accusato di essere doppiogiochista, perché «mentre mentre trattava al tavolo del ministero, si accordava per la cessione dello stabilimento».
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sabato, 21 Settembre 2019 - 17:28
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