Nel carcere circondariale Caputo di Salerno nasce la prima pizzeria sociale ‘La pizza buona dentro e fuori’ grazie a un programma di recupero e reinserimento che consentirà ai detenuti di fare un passo avanti verso la reintroduzione nella società civile dopo aver scontato la loro pena. Oltre alla pizzeria, inaugurata oggi, tra pochi giorni partirà, infatti, anche un corso di formazione, finanziato dalla Regione Campania, per 10 detenuti che avranno la possibilità di conseguire la qualifica di pizzaiolo, un titolo spendibile una volta usciti dal carcere.
Nel frattempo ai carcerati sarà consentito assaporare una margherita o una napoletana appena sfornata. Un miraggio per chi, fino a ora, non poteva mangiare nulla che arrivasse dall’esterno a causa delle rigide regole penitenziare che non lo permettono. Ora si può, il direttore del carcere Rita Romano spiega: «l’obiettivo è quello di aprire la pizzeria anche al pubblico che arrivi dall’esterno».
All’innovativo progetto, a cui parteciperanno 20 detenuti, è realizzato con il contributo della Camera di Commercio di Salerno e della fondazione Cassa di Risparmio Salernitana e con il supporto del Comune di Salerno, delle fondazioni Comunità Salernitana, che ha destinato il 5×1000 di tre anni fa a questa iniziativa, e Casamica.
Per la realizzazione del progetto sono state organizzate dieci serate di ‘fundraising’ in altrettanti ristoranti in provincia. Sono stati raccolti in totale 25mila euro utilizzati per trasformare un deposito al piano terra dell’istituto nella pizzeria. Le pareti sono ricoperte da disegni colorati. A poca distanza il bancone in marmo con accanto il forno dove due pizzaioli preparano le specialità. E, poi, c’è il bagno e anche uno spogliatoio per il ‘personale’. Per il provveditore dell’amministrazione penitenziaria della Campania, Antonio Fullone, «la pizzeria sociale valorizza il periodo di detenzione» dice mentre è in visita, per la prima volta, all’istituto di Salerno.
L’inaugurazione di oggi segna il punto di arrivo del protocollo d’intesa, siglato il 5 novembre dello scorso anno tra le varie istituzioni, che ha come scopo quello di attuare, in maniera pratica, il fine rieducativo della pena e l’inserimento lavorativo dei detenuti. L’idea di mettere su una pizzeria sociale nella casa circondariale di Salerno a Fuorni viene da ancor più lontano nel tempo. E, precisamente, da una chiacchierata, di qualche tempo fa, tra Roberto Schiavone, presidente dell’Humanitas, e Antonello Di Cerbo, da sempre impegnato in progetti solidali. «La giornata di oggi – evidenzia Romano – è importantissime perché segna una tappa del programma di apertura della realtà penitenziaria verso l’esterno. Il carcere è un luogo che si deve aprire e diventare parte integrante della società»
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venerdì, 4 Ottobre 2019 - 16:00
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