Tra la rosa dei 16 candidati al Csm, Alessandro Crini è il più ‘titolato’: 68 anni, è capo della procura della Repubblica di Pisa dal 2016. Nella sua carriera tanto «lavoro», che lo ha portato anche alla ribalta delle cronache quando ha sostenuto la pubblica accusa al processo in Appello contro Raffaele Sollecito ed Amanda Knox per l’omicidio di Meredith Kercher, e nessuna carica nell’associazionismo.
Anche per lui, come per altri candidati, lo scandalo che in agosto ha travolto il Csm è stata la molla per spingerlo a «mettersi in gioco». Il ‘suo’ Consiglio superiore della magistratura è un organismo che premia il lavoro, che premia chi ha colto «le problematiche ordinamentali» per averle vissute sulla propria pelle e che è in grado per questo di proporre soluzioni. Il ‘suo’ Consiglio superiore della magistratura è un organismo composto da magistrati eccellenti. I «migliori», dice lui. «I consiglieri dovrebbero essere i migliori dal punto di vista dell’importanza delle cose che hanno fatto e dalla qualità del lavoro che hanno dimostrato di sapere svolgere – spiega – Devono essere quelli che le cose le sanno meglio degli altri, per il semplice fatto che devono dare impostazioni per gli organizzazioni degli uffici, devono fare le nome».
Ecco, dunque, l’invito ai magistrati che tra domenica e lunedì saranno chiamato a votare, tra i 16 candidati, i due consiglieri che subentreranno ai dimissionari Antonio Lepre e Luigi Spina, entrambi toccati dallo scandalo del Csm seppure in maniera diversa. «Io penso che siamo ad una svolta: dobbiamo scegliere se vogliamo essere il terzo potere dello Stato. E se vogliamo essere il terzo potere dello Stato dobbiamo necessariamente mettere il lavoro e l’impegno al centro del nostro percorso», conclude.
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sabato, 5 Ottobre 2019 - 00:35
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