Un bacino di 9mila potenziali elettori: nella giornata di oggi si chiude la due-giorni di elezioni suppletive per designare i due nuovi consiglieri del Csm, in rappresentanza dei pubblici ministeri, che dovranno sostituire i dimissionari Antonio Lepre e Luigi Spina (toccati, seppur in maniera diversa, dallo scandalo sulle nomine dei capi di alcuni uffici di procura). Lo spoglio ci sarà nella giornata di domani, presumibilmente di pomeriggio. I candidati sono 16 (nei giorni scorsi abbiamo raccontato le motivazioni e i programmi di ciascun candidato).
L’attesa è alta. Sia da parte delle correnti sia da parte di quei magistrati che hanno sempre preso le distanza dalla vita associativa. Lo scandalo che in agosto ha travolto il Csm per via del tentativo di ingerenza, da parte di qualche magistrato, nelle nomine dei capi di alcuni uffici di procura ha provocato uno scatto di reni da parte di quella larga fetta di magistrati che per anni, ma in silenzio, ha ritenuto ingiusto il peso delle correnti nell’assegnazione di incarichi direttivi e semidirettivi.
Le elezioni suppletive hanno visto, infatti, scendere in campo tantissimi magistrati ‘indipendenti’ che hanno duramente accusato la «degenerazione correntista», rivendicando per altro un nuovo modello di Csm che, nelle nomine, tenga conto di criteri che con concretezza vadano a premiare il merito e la qualità del lavoro svolto da un magistrato. Solo Area, l’unica ‘grande’ corrente a non essere stata sferzata dallo scandalo (insieme ad Autonomia & Indipendenza), ha schierato candidati che hanno rivendicato fieramente la propria appartenenza al gruppo. Invece Unicost e Magistratura indipendente, che hanno subito il contraccolpo più forte, hanno deciso di restare nelle retrovie offrendo una sorta di appoggio esterno a qualche candidato. Anche Autonomia & Indipendenza non ha schierato un proprio iscritto, ma appoggerà la candidatura di Nino Di Matteo.
Con queste nuove elezioni suppletive, i rapporti di forza delle correnti, dunque, potrebbe cambiare ancora: quando poco più di un anno fa il Csm si è insediato, i gruppi più consistenti numericamente, con 5 consiglieri ciascuno, erano quelli di Magistratura Indipendente e Unità per la Costituzione (Unicost), che ora si sono dimezzati. Oggi Magistratura Indipendente , che rappresenta i giudici più a destra, è rimasta con due soli consiglieri. Unicost, che viene considerato il gruppo di centro della magistratura, con 3. Mentre Autonomia & Indipendenza, ha raddoppiato la sua rappresentanza a seguito dello scandalo che ha costretto ben cinque consiglieri del Csm a dimettersi: Ilaria Pepe e Giuseppe Marra, entrambi di A&I, sono infatti succeduti a due dimissionari, essendo i primi non eletti. Il gruppo di Area, espressione delle toghe progressiste, è l’unico a essere rimasto stabile con quattro togati, ma la sua forza è cresciuta perché la corrente non è stata toccata dagli schizzi di fango dello scandalo. Non solo: proprio a seguito del terremoto che si è abbattuto su Unicost e su Mi, Area ha guadagnato la guida dell’Associazione nazionale magistrati che era affidata all’Unicost Francesco Minisci. E, allora, non resta che attendere il voto di domani.
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– Csm, la carica degli indipendenti che sfida la degenerazione delle correnti e vuole esaltare il merito | Tutti gli interventi
lunedì, 7 Ottobre 2019 - 18:48
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