In fuga dalla Questura con due pistole in mano sparando a ripetizione colpi ad altezza d’uomo verso il piantone e poi una volta fuori tenta invano di aprire la portiere di una volante della Polizia e si dirige minaccioso verso la Panda della Squadra Mobile che fa velocemente retromarcia. Poi si ripara dietro le auto parcheggiate. Sono alcuni dei frammenti del video diffuso dalla Questura di Trieste sulla sparatoria avvenuta venerdì scorso e che è costata la vita a due agenti, il 34enne di Pozzuoli Pierluigi Rotta e il 31enne Matteo Demenego di Velletri.
Le immagini inquadrano Alejandro Stephan Meran con una sola pistola in mano che entra in una stanza piccola vuota, si volta, e guarda dietro alla porta. Poi le immagini di un’altra videocamera inquadrano l’atrio della Questura, dove l’uomo arriva correndo, si volta a sinistra e, puntando ad altezza d’uomo, fa fuoco contro il piantone impugnando stavolta due pistole (quelle poco prima sottratte ai due agenti Rotta e Demenego). Subito dopo, in un’altra serie di immagini, si vede l’esterno dell’ingresso principale dell’edificio, dove Meran si avvicina a una volante della polizia parcheggiata tentando invano di aprirla. Infine, correndo incrocia un passante e si dirige verso la Panda della Squadra Mobile, che fa marcia indietro. Quindi si nasconde dietro alle macchine parcheggiate. Poi il video termina, ma l’azione prosegue con la sparatoria ingaggiata tra Meran e gli agenti, che riescono ad immobilizzarlo ferendolo poi all’inguine.
Nella giornata di oggi Alejandro Stephan Meran è stato trasferito in carcere: era ricoverato in ospedale per la ferita riportata, ma dopo le cure del caso i medici hanno ritenuto possibile il suo trasferimento in prigione. Nella giornata di ieri si è tenuta l’udienza di convalida del fermo all’esito della quale il gip di Trieste Massimo Tomassini ha deciso di spiccare una misura cautelare in carcere ritenendo ogni altra misura cautelare «assolutamente inadeguata per una giusta salvaguardia del pericolo che allo stato rappresenta per la collettività». L’indagato – ha osservato il gip nel provvedimento – risponde di reati di «assoluta gravità», ossia di «due omicidi volontari, di svariati tentativi di omicidio, insomma di una situazione che poteva avere un esito ancora più grave di quello già purtroppo raggiunto e tale evenienza dà conto di una aggressività e di una spinta criminogena la quale, ad onta della di lui incensuratezza, merita la massima attenzione ed il massimo rigore». In particolare nel provvedimento si definisce «molto inquietante» il fatto che il 29enne «abbia ‘scarrellato’ l’arma sottratta ad uno degli operatori atteso che tale gesto, non alla portata di tutti, dà adeguatamente conto di una familiarità con le armi, familiarità che si deduce nel semplice vedere le foto che lo ritraggono mentre impugna le due pistole», immagini estratte dalle telecamere interne alla questura.
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lunedì, 7 Ottobre 2019 - 19:47
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