Ponticelli, bocciata dal gip l’inchiesta sui Casella: imputati assolti e scarcerati, le accuse di camorra e droga non reggono

Tribunale

L’inchiesta sul gruppo Casella per associazione mafiosa e droga che nell’ottobre dello scorso anno sfociò in 14 misure cautelare sfuma in una bolla di sapone. Intorno alle 11 di questa mattina il giudice per le indagini preliminari Enrico Campoli del Tribunale di Napoli ha assolto tutti gli imputati con la formula perché ‘il fatto non sussiste’, segnando così di fatto il ritorno in libertà anche dei fratelli Eduardo, Vincenzo e Giuseppe Casella (detenuti solo per questo procedimento) che la procura di Napoli indica da sempre come malavitosi attivi su Ponticelli e dediti in particolare allo spaccio di droga.

La decisione del gip Campoli ha provocato scene di giubilo all’estero dell’aula 410 del Tribunale, dove è stata letta la sentenza arrivata all’esito del giudizio abbreviato, formula che prevede lo sconto di un terzo della pena. L’assoluzione, nello specifico, ha interessato i tre fratelli Casella (Eduardo, Vincenzo e Giuseppe), Giuseppe Righetto, Annamaria Milzi, Antonio Austero, Luigi Aulisio, Ida Austero e Giuseppe Milzi. Gli imputati sono stati difesi dagli avvocati Leopoldo Perone, Antonio Rizzo, Dario Raucci, Luca Mottola e Domenico Ciruzzi. L’unico condannato, è stato Raffaele Della Gatta, che è stato ritenuto colpevole di un episodio di droga ma con l’attenuante della lieve entità. In sede di requisitoria la procura aveva chiesto pene severissime per tutti gli imputati. Le motivazioni alla base della sentenza saranno depositate tra novanta giorni, passaggio necessario per capire le ragioni che hanno spinto il gip Campoli ad azzerare l’inchiesta.

Agli atti per ora restano i rilievi che la difesa, in sede di discussione, ha mosso all’impostazione accusatoria. Gli avvocati degli imputati hanno contestato soprattutto la validità delle intercettazioni che rappresentavano il cuore dell’accusa: nello specifico hanno sostenuto l’inutilizzabilità delle conversazioni effettuare in casa Casella e delle conversazioni avvenute nella macchina di Enrico Borrelli. Secondo la difesa, quelle conversazioni non andavano prese in considerazione perché il gip che diede il via libera alle intercettazioni firmò un provvedimento che non estendeva l’ok anche alle ambientali messe in discussione dalla difesa. Quanto alle dichiarazioni dei pentiti che pure erano presenti, la difesa ha sostenuto che esse facevano riferimento ad un periodo che non andavano ad incidere sui fatti oggetto dell’inchiesta. Infine sulle conversazioni in carcere tra Borrelli e Del Gatto (le sole non toccate dalla questione di inutilizzabilità), la difesa ha sostenuto che da esse non emergevano riferimenti indicativi dell’associazione di stampo mafioso finalizzata al traffico di droga.

Leggi anche:
– Barchino di migranti si ribalta al largo di Lampedusa, 9 morti: si cercano i dispersi
– Ingiurie ai bambini dell’asilo, maestra sospesa per 12 mesi in Calabria
– Ergastolo ostativo, conto alla rovescia per la decisione della ‘Grande Camera’ della Cedu: l’Italia già bocciata a giugno
– Ordigno esplode vicino al Tribunale di Asti, biglietto con minacce ai magistrati
– Traffico illecito di rifiuti, 11 arresti tra Lombardia, Campania e Calabria
–  «Se vai via, mi uccido e uccido anche te», l’ultima minaccia prima dell’omicidio: Zina uccisa dal marito col quale aveva 2 bimbe
– De Magistris sconfitto in Tribunale: assolto il presidente di ‘Cittadinanza Attiva’ dall’accusa di averlo diffamato
– Avvocato reagisce alla rapina e viene colpito con una roncola: episodio a Torre Annunziata, arrestato 32enne
– Csm, la carica degli indipendenti che sfida la degenerazione delle correnti e vuole esaltare il merito | Tutti gli interventi

lunedì, 7 Ottobre 2019 - 11:56
© RIPRODUZIONE RISERVATA