Non subirà un processo. Il diciottenne R.S. di Acerra che nel febbraio del 2018 sfregiò una docente nella sua classe dell’istituto Ettore Maiorana di Santa Maria a Vico (in provincia di Caserta) salda il suo debito con la giustizia grazie ad un riuscito percorso di volontariato con gli anziani. Un percorso lineare, pesante seguito con costanza presso la Comunità il Cedro di Napoli. Un percorso durato circa un anno e mezzo, all’esito del quale R.S., assistito dall’avvocato Angelo Pignatelli, ha dimostrato di essere pentito, di avere capito di aver sbagliato e di avere cambiato per sempre la vita della sua professoressa, vittima incolpevole di una rabbia inspiegabile e di una aggressione premeditata.
Ieri mattina il giudice per l’udienza preliminare presso il Tribunale per i minorenni Angela Draetta ha valutato l’esito positivo del percorso di messa in prova in comunità affrontato da R.S. ed ha così emesso sentenza di non luogo a procedere per estinzione del reato. Il ragazzo, che era ancora diciassettenne quando si verificarono i fatti, nel corso del procedimento penale dinanzi al Tribunale per i minorenni in sede di giudizio immediato aveva chiesto e ottenuto la messa alla prova. La richiesta fu accolta e comportò la sospensione del processo e ieri, al termine dell’esperienza in comunità, per lui è arrivato il non luogo a procedere.
La vicenda risale al primo febbraio del 2018, quando durante l’orario scolastico R.S., che frequentava l’istituto Ettore Maiorana di Santa Maria a Vico, aggredì con un coltello la professoressa Franca Di Blasio, originaria di Montesarchio, causandole uno sfregio permanente al volto. Lo studente colpì con un temperino a serramanico dinanzi ad un insegnante di sostegno e ad altri allievi, seminando il panico in aula e minacciando di colpire anche l’altro prof. Il motivo? Un’onta subita, forse solo nella sua immaginazione, e vendicata con il sangue. Dopo l’aggressione la docente subì un delicato intervento chirurgico e nei giorni successivi, superato lo choc, disse di voler perdonare quello studente difficile che le ha lasciato impressi sul viso i segni indelebili della sua violenza. Un perdono da mamma e da educatrice cui ieri è seguito il «perdono» della giustizia.
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giovedì, 17 Ottobre 2019 - 14:31
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