Catania, il business d’oro dei lavori Anas: pagati e mai finiti, strade fatiscenti Arrestati funzionari e imprenditori

Guardia di Finanza

L’hanno chiamata ‘Operazione buche d’oro’, ché i lavori per il rifacimento di strade della Sicilia Orientale e centrale s’erano trasformati in una miniera di soldi per alcuni funzionari dell’Anas di Catania e per alcuni costruttori.

Tutto ai danni dei cittadini, che per via di quel «patto criminale» scellerato si sono ritrovati a fare i conti con una rete viaria sempre più fatiscente. Sì perché, a leggere le carte dell’inchiesta, uno dei passaggi fondamentali dell’accordo corruttivo era quello di consentire ai costruttori di trovare il mondo di non completare le opere, pur avendo incassato il denaro, in modo tale da lucrare sull’appalto e al tempo stesso da avere a disposizione una somma importante da trasformare in tangente per i funzionari Anas.

Questa mattina il Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Catania ha eseguito 8 arresti su ordine del gip: in carcere è finito il geometra Gaetano Trovato 54 anni, dipendente Anas, capo nucleo B del Centro di manutenzione A dell’Area Tecnica Compartimentale, competente alla manutenzione ordinaria e straordinaria delle arterie stradali statale 192 della Valle del Dittaino (Enna) e statale 284 (Occidentale etnea). Gli altri sette indagati sono stati sottoposti ai domiciliari: i geometri Anas Riccardo Contino e Giuseppe Panzica, che già a settembre finirono in carcere; l’ingegnere Giuseppe Romano; Salvatore Truscelli 56 anni, rappresentante legale della “Tuscelli srl”, specializzata in lavori di costruzione”, con sede a Caltanissetta e un volume d’affari annuo superiore ai 5 milioni di euro; Pietro Matteo Iacuzzo, 50 anni, rappresentante legale della “Isap srl”, attività di strade, autostrade e piste aeroportuali, con sede a Termini Imerese (Palermo), con un volume d’affari nel 2018 superiore a 17 milioni di euro; Roberto Priolo di 48 anni, rappresentante legale della “Priolo srl”, attiva nei lavori edili e restauri con sede a Ciminna (Palermo) e un volume d’affari annuo di circa un milione di euro; Calogero Pullara di 40 anni, titolare dell’omonima ditta individuale per lavori edili e stradali, lavori di terra con eventuali opere connesse in muratura e cemento armato di tipo corrente, demolizione e sterri, opere speciali in cemento armato, lavori di tinteggiatura e verniciatura, costruzione, con sede a Favara (Agrigento), con un volume d’affari annuo di circa un milione di euro. Il gip ha disposto l’interdizione dall’esercizio di pubblico ufficio per la durata di un anno, per l’ingegnere Antonino Urso di 39 anni, capo centro Manutenzione “A” dell’Area Compartimentale Anas di Catania (competente alla manutenzione ordinaria e straordinaria delle arterie statali 121 Catanese, 575 di Troina, 192 della Valle del Dittaino, 284 Occidentale Etnea, 288 di Aidone, 385 di Palagonia, 117 Bis Centrale Sicula, 417 di Caltagirone).

L’accordo corruttivo tra funzionari pubblici e imprenditori, secondo la procura, si sarebbe giocato su più piani: con l’aiuto di capi centro, capi nucleo e rup dell’Area Tecnica Compartimentale di Catania, gli imprenditori scovavano, tra le pieghe dei capitolati tecnici dei lavori loro affidati, ampi margini di manovra individuando le lavorazioni da non effettuare o da realizzare solo in parte. Dal risparmio ottenuto a seguito dei lavori mai finiti, gli imprenditori stornavano le tangenti da corrispondere ai funzionari infedeli. Il profitto conseguito dal mancato completamento delle opere era pari a circa il 20% dei lavori appaltati e veniva assegnato per un terzo ai dipendenti Anas corrotti e, per la parte restante, restava nelle casse dei corruttori. Emblematico di questo quadro, è la contestazione che riguarda gli ingegneri Giuseppe Romano e Antonio Urso e l’imprenditore Iacuzzo: i tre – secondo l’accusa – siglarono un’intesa su 3 contratti applicativi rientranti in un accordo quadro triennale per «l’esecuzione di lavori di manutenzione straordinaria della pavimentazione delle strade di competenza Anas nella Regione Sicilia».

All’impresa corruttrice erano stati affidati i lavori di riqualificazione del piano viabile nel Comune di Caltagirone; risanamento della pavimentazione stradale in tratti saltuari della statale 288 di Aidone. Come confermato in sede di interrogatorio dai funzionari Anas coinvolti, l’Isap srl di Iacuzzo ha tratto vantaggio dalla mancata rimozione di parte del manto stradale usurato: i pubblici ufficiali corrotti, quindi, acconsentivano a una registrazione in contabilita’ di uno spessore del materiale fresato superiore rispetto al vero cosi’ da far riconoscere all’impresa un compenso non spettante. Per tali ragioni, Iacuzzo consegna a Urso, a beneficio anche di Romano, denaro contante, in più fasi, per complessivi 60 mila euro.

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venerdì, 18 Ottobre 2019 - 14:44
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