L’analisi di Gian Maria Fara, presidente Eurispes, sull’attuale stato di salute della Giustizia è un’analisi impietosa. «Speravamo che in dieci anni qualcosa fosse cambiato, che la situazione fosse migliorata – osserva, riferendosi alla comparazione delle ricerche effettuate nel 2008 e nel 2019 su un campione di 32 tribunali italiani – Purtroppo siamo rimasti delusi perché le cose vanno un po’ peggio di come le abbiamo descritte dieci anni fa».
E vanno peggio perché i problemi evidenziato già 10 anni non sono stati risolti ma si sono acuiti anche a causa della revisione della geografia giudiziaria (targata Andrea Orlando) che ha portato alla soppressione delle sedi distaccate dei Tribunali. Fara li sentetizza in modo efficace nel breve tempo che viene concesso ad ogni intervento nel corso del Congresso dei penalisti che si sta tenendo a Taormina: «Ho la sensazione che il tema della durata infinita dei processi è solo la punta dell’iceberg. Il problema è molto più ampio, affligge il paese da decenni. Penso al personale che manca, ai mezzi, agli strumenti, alla logistica, alle risorse economiche, all’eccesso di legislazione, alla produzione continua che si annulla strada facendo, ai carichi eccessivi dei magistrati, al fallimento della riorganizzazione sul territorio. La chiusura di molti tribunali in piccoli centri non ha dato buoni risultati ma sovraccaricato i centri più importanti». Quindi il tema della prescrizione: «Bisogna mettere un termine ai processi se si vuole ridurre la prescrizione, non basta eliminarla».
Fara chiude poi il suo intervento con un invito e un monito, rivolti entrambi alla maggioranza di Governo e in modo particolare al Movimento Cinque Stelle: «Da studioso dico che sulla giustizia si debba lavorare sottraendole il terreno dell’ideologia e che si debba trovare un punto di incontro. E secondo me il punto di incontro è uno solo: la Costituzione. Ci raccontiamo che abbiamo la Costituzione più bella del mondo, e allora viviamola. E cerchiamo di ricordarci che nella Costituzione c’è scritto che un cittadino non è colpevole fino a prova contraria».
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venerdì, 18 Ottobre 2019 - 18:29
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