Si attende per oggi la sentenza della Corte Costituzionale relativo alla costituzionalità dell’ergastolo ostativo, la misura che non consente ai condannati, salvo i collaboratori di giustizia, la concessione dei benefici penitenziari previsti per tutti i detenuti. L’ergastolo duro in Italia è previsto per i mafiosi ed i terroristi ed è stato introdotto nei giorni immediatamente successivi all’attentato di Capaci in cui perse la vita il giudice Giovanni Falcone.
Sulla materia si è appena pronunciata la Corte di Strasburgo che ha imposto all’Italia di modificare la legge sull’ergastolo ostativo perché è un «trattamento inumano e degradante». Ma la questione all’ esame della Corte costituzionale non e’ esattamente sovrapponibile: «Non ci occupiamo di casi concreti, a differenza della Corte europea- il giudice costituzionale Nicola Zanon. E mentre in quel caso il ricorso verteva sulla mancata concessione della liberazione condizionale, stavolta i ricorsi alla base della pronuncia che dovrà fare la Consulta vertono sulla mancata concessione di permessi premio a due ergastolani ostativi che non collaborano.
A chiedere la pronuncia della Consulta sono stati la Corte di Cassazione e il tribunale di sorveglianza di Perugia che dubitano della costituzionalità dell’articolo 4 bis dell’ordinamento penitenziario, per contrasto con il principio di ragionevolezza e della finalità rieducativa della pena sanciti rispettivamente dagli articoli 3 e 27 della Carta fondamentale. Intanto i giudici costituzionali hanno preso una prima decisione, dichiarando inammissibile la costituzione in giudizio del Garante per i detenuti, dell’Unione delle Camere penali e dell’Associazione Nessuno tocchi Caino.
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martedì, 22 Ottobre 2019 - 11:59
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