Uccisa dall’ex amante del marito, chiusa l’inchiesta: per la procura fu omicidio premeditato, si va in Tribunale

Stefania Crotti, la 42enne uccisa dall'ex amante del marito

Quello di Stefania Crotti fu un omicidio premeditato. Fu un omicidio pensato e studiato da un’altra donna, Chiara Alessandri, che era stata l’amante del marito di Stefania e che conosceva bene anche Stefania perché le rispettive figlie di 7 anni andavano a scuola insieme. Ne è convinta la procura della Repubblica di Brescia che ha concluso le indagini preliminari fermando sulla carta l’accusa di omicidio premeditato, unitamente a quella di distruzione di cadavere. L’avviso di chiusura dell’inchiesta è stato notificato in carcere a Chiara Alessandri, di 44 anni, ed anticipa l’intenzione della procura di chiedere il rinvio a giudizio. La richiesta di processo sarà avanzata all’ufficio gip non appena decorreranno i venti giorni di tempo che la legge concede all’indagata per chiedere eventualmente un interrogatorio o depositare memorie difensive.

Stefania Crotti, 42 anni e madre di una bambina di sette anni, venne ammazzata il 17 gennaio scorso, ma il suo corpo fu ritrovato il giorno successivo nel campo di Erbusco, nella Franciacorta Bresciasciana. Secondo il referto del medico legale che eseguì l’autopsia, Stefania venne colpita ripetutamente con colpi di martello, poi venne bruciata. La donna era ancora viva quando Chiara Alessandri, 44enne di Gorlago nella Bergamasca e tre figli (di 11, 7 e 6 anni), le diede fuoco. All’appuntamento con la ‘rivale’, Stefania venne attirata con l’inganno.

All’uscita dal lavoro, Stefania trovò ad attenderla un uomo che non conosceva: lui le porse una rosa e un biglietto con su scritto ‘Ti amo’ dicendole che si trattava di una sorpresa fattale da una persona. Stefania salì in auto perché credeva che la sorpresa arrivasse dal marito, con il quale stava ricucendo il matrimonio dopo la crisi scoppiata in estate quando il marito andò via di casa e intrecciò la storia con Chiara Alessandri. L’uomo la bendò e la condusse nel garage dell’abitazione di Alessandri a Gorlago. Come accertato dalle indagini, l’uomo – un imprenditore di 62 anni – non sapeva quali fossero le reali intenzioni di Chiara Alessandri: la donna gli aveva detto che voleva avere un chiarimento con Stefania e successivamente gli inviò un messaggio vocale per ringraziarlo dell’aiuto («Grazie ancora per l’aiuto della festa. E’ andato tutto bene»). Quando l’uomo lasciò Stefania, la 42enne era ancora viva.

Cosa accadde in quel garage hanno poi provato a ricostruirlo le forze dell’ordine attraverso accertamenti tecnici: Chiara Alessandri colpì più volte Stefania con un martello, fino a stordirla. Una circostanza che Chiara Alessandri ha ammesso. Ciò che la donna non ha ammesso è l’avere dato fuoco al corpo di Stefania. L’assassina sostiene di avere caricato il corpo di Stefania in auto, di avere raggiunto il campo di Erbusco e di avere abbandonato lì il corpo credendo che Stefania fosse morta. Ma gli inquirenti sono di un’altra opinione: il gps dell’assicurazione, montato sulla Mercedes Classe B di Alessandri, avrebbe indicato che l’auto si è mossa per rientrare a Gorlago pochi secondi dopo rispetto all’orario in cui l’orologio della vittima si è fermato, perché messo fuori uso dalle fiamme.

Fu una morte atroce quella di Stefania. Una morte provocata da una donna che non aveva accettato l’essere stata lasciata dal suo amante. Dopo una breve relazione extraconiugale, il marito di Stefania aveva deciso di recuperare il suo rapporto con la moglie.

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mercoledì, 30 Ottobre 2019 - 14:51
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