L’ex primula rossa di Secondigliano Marco Di Lauro torna nuovamente sul banco degli imputati. E ci torna per difendersi dalle due accuse di traffico di sostanze stupefacenti, con l’aggravante della matrice camorristica, cristallizzata nelle diverse ordinanze di custodia cautelare in carcere che la Squadra Mobile gli notificò nel giorno in cui Marco Di Lauro è stato catturato dopo quasi 14 anni di latitanza. Ieri Marco Di Lauro è comparso in aula, collegato in video-conferenza dal carcere di Sassari dove è detenuto in regime di carcere duro, per la prima udienza dinanzi al giudice per le indagini preliminari Giuseppe Sepe della 26esima sezione penale del Tribunale di Napoli.
L’udienza è durata pochi minuti, giusto il tempo di formalizzare la richiesta di giudizio con rito abbreviato avanzata dall’avvocato Gennaro Pecoraro. Si torna in aula il mese prossimo per la requisitoria del pubblico ministero e la discussione della difesa, prologo della sentenza. Tra pochi giorni, invece, dovrebbe concludersi il processo di secondo grado che vede Marco Di Lauro imputato, in qualità di mandante, per l’omicidio di Attilio Romanò, vittima innocente della prima guerra di camorra scoppiata a Scampia e Secondigliano tra i Di Lauro e l’aula scissionista guidata dagli Amato-Pagano.
Marco Di Lauro è stato arrestato lo scorso 3 marzo: si nascondeva in un’abitazione a Chiaiano. Di Lauro era latitante dal 2005. Era destinatario di un ordine di carcerazione per associazione di stampo mafioso, reato per il quale deve scontare poco più di dieci anni di reclusione.
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martedì, 5 Novembre 2019 - 14:39
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