Ancora un’astensione dalle udienze. Ancora una protesta contro la riforma che blocca il corso della prescrizione a seguito della sentenza di primo grado ma soprattutto contro il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, rimasto fermo sulla sua posizione di non congelare neppure l’entrata in vigore della riforma – che parte il primo gennaio – a fronte della mancata complessiva riforma della Giustizia (tanto annunciata ma mai partorita) che, almeno nelle intenzione, avrebbe dovuto bilanciare gli effetti del ‘blocco’ della prescrizione.
Dal 2 al 6 dicembre i penalisti di tutta Italia incroceranno le braccia, bissando l’astensione di un mese fa. L’astensione nazionale non abbraccerà i circondari di Trapani e Cassino, già interessati da astensioni indette rispettivamente dall’Ordine degli Avvocati di Trapani con delibera del 10 ottobre 2019 e dall’Ordine degli Avvocati di Cassino con delibera del 30 ottobre 2019, per mancanza del termine di 15 giorni tra la fine delle suddette astensioni e l’inizio dell’astensione proclamata dall’Unione.
L’astensione è stata deliberata dalla Giunta delle Unioni delle Camere penali. Anche stavolta viene rivolto un invito a tutte le Camere penali territoriali a promuovere iniziative volte ad informare la pubblica opinione delle ragioni della protesta e ad individuare le modalità per favorire la partecipazione alla manifestazione oratoria continua organizzata in Roma nelle medesime date dell’astensione e per le giornate di sabato 7 e domenica 8 dicembre. Sì, perché come annunciato in occasione del Congresso straordinario dell’Ucpi tenutosi a Taormina un mese fa, l’Unione delle Camere penali italiane guidate da Gian Domenico Caiazza ha deciso di ampliare la sua strategia di comunicazione, rivolgendo lo sguardo non soltanto agli addetti ai lavoro e al mondo degli accademici, ma anche ai cittadini sui quali si rifletteranno gli effetti di un processo eterno.
«E’ necessario – spiega l’Ucpi – informare incessantemente e senza sosta la pubblica opinione circa i reali contenuti di una riforma sciagurata che colpirà in modo irrimediabile diritti fondamentali di ciascuno di noi, prolungando a tempo indeterminato, ben più di quanto già oggi accada, la definizione dei processi penali, con un danno incommensurabile sia per i diritti degli imputati che per quelli delle persone offese». Lo sciopero, viene sottolineato nella delibera di proclamazione dell’astensione (che è possibile leggere cliccando sul link), è la conseguenza di una mancata risposta da parte del ministro della Giustizia Alfonso Bonafede alle istanze dell’avvocatura di sospendere quanto meno l’entrata in vigore della prescrizione. «Di fronte a questa irresponsabile sordità della politica, è necessario dare corso ad un ulteriore periodo di astensione per continuare nell’opera di corretta informazione della pubblica opinione e per richiedere alle forze politiche di assumere o sostenere iniziative legislative volte alla cancellazione della legge sulla prescrizione», rileva l’Ucpi.
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mercoledì, 6 Novembre 2019 - 14:05
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