Quando venne ammazzato, il ras Gaetano Marino – fratello dello scissionista Gennaro Marino detto McKay – era in spiaggia con la famiglia a Terracina. Ricevette una telefonata, quel giorno, e salì in strada. Chi gli aveva dato appuntamento, gli scaricò addosso 11 colpi di pistola. Era il 23 agosto del 2012.
Oggi in Corte d’Assise d’Appello a Roma si è chiuso il processo di secondo grado a carico di Pasquale Riccio, nipote degli Abbinante, che da tempo è collaboratore di giustizia e che ripulì l’abitazione utilizzata come base logistica e nascondere le armi. Riccio è stato condannato a sei anni e 4 mesi di reclusione. La pena è risultato di un patteggiamento, che ha determinato un abbassamento della condanna disposta in primo grado all’esito del giudizio abbreviato: nel novembre 2018 Riccio fu condannato a 10 anni, già all’epoca gli furono accordate le attenuanti previste dalla legge per i collaboratori di giustizia.
L’omicidio di Gaetano Marino, soprannominato ‘Moncherino’ perché perse entrambe le mani mentre armeggiava con un ordigno esplosivo, maturò nell’ambito della terza faida scoppiata a Scampia dopo la scissione di alcune famiglie dal cartello Amato-Pagano. Gli Abete-Abbinante-Noturno contesero al gruppo Vanella Grassi-Marino-Leonardi la gestione delle piazze di spaccio tra Scampia e Secondigliano e questo provocò una lunga scia di morti. All’epoca Marino era a capo dell’omonimo gruppo che ha la sua roccaforte nelle Case Celesti.
La svolta nell’inchiesta sull’omicidio di Gaetano Marino è arrivata proprio grazie alle dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia, tra i quali Pasquale Riccio e Giuseppe Ambra. Questo non solo ha determinato l’emissione di diverse ordinanze di custodia cautelare in carcere ma ha anche innescato un processo ai presunti mandanti ed esecutori materiali che è tutt’ora in corso dinanzi ai giudici della Corte d’Assise di Latina. Sul banco degli imputati ci sono il ras Arcangelo Abbinante, Giuseppe Montanera (che è stato già condannato in via definitiva per l’omicidio dell’innocente Lino Romano), Salvatore Ciotola e Carmine Rovai (questi ultimi due accusati di avere dato appoggio logistico ai killer). Abbinante e Montanera sono accusati di avere fatto parte del commando. Nel corso di questo processo è stata ascoltata anche quella che era la moglie di Marino, Tina Rispoli, che negli ultimi mesi è assurta alla ribalta delle cronache per il matrimonio con il cantante neomelodico Tony Colombo divenuto oggetto di un’inchiesta della procura per via di una serie di anomalie nel ‘concerto’, mascherato da flash mob, che Tony Colombo tenne in piazza Plebiscito pochi giorni prima delle nozze al Maschio Angioino.
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giovedì, 7 Novembre 2019 - 14:19
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