Una nuova accusa, un nuovo arresto. Gennaro Trambarulo, da sempre considerato esponente di spicco della camorra targata Contini-Licciardi-Mallardo, torna in carcere. La Direzione distrettuale antimafia di Napoli contesta a lui e alla compagna Carmela Pellegrini, pure lei arrestati, i reati (formulati a vario titolo), di violenza privata, usura ed estorsione continuate, con l’aggravante della matrice camorristica, ai danni di di due imprenditori, operanti nell’hinterland nel settore alimentare e tessile.
Trambarulo e la compagna sono stati arrestati nei giorni scorsi su decreto di fermo della Dda, decreto che nella giornata di ieri, venerdì 8 novembre, è stato convertito in ordinanza di custodia cautelare in carcere: la posizione di Trambarulo è stata vagliata dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Napoli, quella della Pellegrini è stata vagliata dal gip del Tribunale di Nola. Secondo quanto ricostruito dalle indagini condotte dai carabinieri di Castello di Cisterna, le due vittime avrebbero ottenuto prestiti a tasso fortemente talora superiore al 50% rispetto alla soglia legale, per un importo preteso pari ad euro 250mila euro 500mila euro. Il rapporto sarebbe cominciato nel 2002 e sarebbe andato avanti fino al 2017. A consentire agli investigatori di ricostruire la storia sono state anche le vittime.
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Trambarulo ha al suo attivo due condanne: una per associazione di stampo mafioso, l’altra – risalente al 10 luglio scorso – per l’omicidio di Gennaro De Roberto, ras del clan puteolano Bellofiore-Sebastiano, trucidato nel 1996 fuori al carcere di Secondigliano. La condanna è stata emessa dai giudici della terza sezione della Corte d’Assise di Napoli. Su questo processo Trambarulo era a piede libero.
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sabato, 9 Novembre 2019 - 10:50
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