Dalla mozione di sfiducia a Luigi De Magistris all’assessorato alle Pari opportunità. E’ la parabola in ascesa di Francesca Menna, ex grillina, ex consigliere comunale di opposizione, fedelissima del presidente della camera dei Deputati Roberto Fico e da oggi assessore al Comune di Napoli nell’esecutivo guidato dal sindaco che nel 2017 voleva mandar via.
Un percorso peculiare, da oppositrice ad assessore, su cui in conferenza stampa questa mattina Menna si è soffermata senza però mai citare quell’atto di sfiducia che firmò con l’allora collega di minoranza Matteo Brambilla. E’ lei stessa a definire come «strana» la sua presenza nella rinnovata giunta comunale di Napoli, ma poi fornisce le motivazioni del suo ‘salto della quaglia’. Motivazioni che inneggiano ai valori, al sociale, alla diversità, ai diritti umani, al ruolo delle donne. Come se nel giro di poco più di un anno le battaglie che l’avevano opposta a DeMa si fossero azzerate, in nome di una ecumenica scelta di condivisione con l’idea di «città di pace e di bellezza» del primo cittadino che osteggiava. Meraviglie della politica attuale: volatile, impalpabile, a tratti indecifrabile.
«Quando Luigi De Magistris mi ha chiamato per offrirmi questo incarico fui sorpresa e mi sono presa qualche settimane per riflettere- ha spiegato- Da quelle riflessioni è partita una base importantissima che poi mi ha fatto aderire. Io sono un professore universitario e ho fatto parte del meet up di Napoli. Noi eravamo cittadini che volevano mettere a disposizione della città le proprie competenze partendo dai valori, dalla difesa dei diritti umani, dalle differenze, dalla biodiversità, dalla difesa della biosfera. Questo è il mio modo di partecipare alla politica ed il modo in cui ho lavorato come consigliere comunale. La mia presenza è strana solo per quella visione di blocchi che confliggono e che generano odio. Ma questa cultura dell’odio ha creato nei cittadini solo confusione, perché le persone non sanno più dove è la verità e questo crea disorientamento e difficoltà nel credere alle istituzioni».
Nessun imbarazzo, quindi, a trovarsi nella trincea politica opposta a quella da cui ha combattuto sino al 2017 perché quella offerta da De Magistris è una opportunità «per offrire le mie competenze alla città che amo in un gruppo che ha basi politiche in cui io credo» nonostante l’appartenenza ad «una parte politica diversa». Scurdammece ‘o passat, simme ‘e Napule paesà.
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martedì, 12 Novembre 2019 - 20:43
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