E’ una vittoria della Lega l’ordinanza con cui la Corte di Cassazione ha dato il via libera -per quanto di sua competenza- al quesito referendario per l’abolizione della quota proporzionale nella legge elettorale attuale, il cosiddetto ‘Rosatellum’. Il quesito è stato proposto da otto consigli regionali guidati dalla Lega e dal Centrodestra (Abruzzo, Lombardia, Piemonte, Liguria, Friuli Venezia Giulia, Sardegna, Basilicata e Veneto) . Per la Cassazione il quesito è «conforme alle norme di legge, restando riservata alla Corte costituzionale la cognizione della sua ammissibilità». La parola dunque passerà alla Consulta, cui spetterà il vaglio di ammissibilità del referendum relativamente, stavolta, ai principi costituzionali
Nel dettaglio, il quesito ‘leghista’ chiede che venga abolito il metodo proporzionale nell’attribuzione dei seggi in collegi plurinominali sia nel sistema elettorale della Camera dei deputati che del Senato della Repubblica. Una proposta era stata presentata in Cassazione lo scorso 30 settembre da una delegazione guidata da Roberto Calderoli ed in seguito integrata, su richiesta dei giudici, nella formulazione.
Per il partito di Matteo Salvini, che da tempo va predicando la necessità di una legge elettorale in cui ci sia un vincitore e non ci sia spazio per «inciuci», si tratta di un risultato importante. Lo stesso ex ministro dell’Interno ha commentato che si tratta di una «ottima notizia per gli italiani, che potranno scegliere una legge elettorale finalmente chiara: chi vince, governa».
Il capodelegazione leghista al ‘Palazzaccio’ Roberto Calderoli commenta: «Ci siamo! L’ordinanza con cui la Corte di Cassazione ha dato il via libera al quesito referendario per l’abolizione della quota maggioritaria della legge elettorale vigente, quesito proposto da otto Consigli regionali, rappresenta il Big Bang del cambiamento, la bomba atomica che esplode spazzando via tutti i rigurgiti proporzionalisti di chi vorrebbe continuare con i giochini di Palazzo».
«Questo via libera- continua Calderoli, artefice a sua volta di una legge elettorale passata alla storia come ‘Porcellum’ nel 2005- rappresenta un passaggio fondamentale per arrivare alla richiesta di un referendum abrogativo in materia elettorale finalizzato a ritornare ad un sistema elettorale che sia realmente maggioritario, per cui finalmente chi vince governa e chi perde va all’opposizione, chiudendo per sempre la fase dei giochini di palazzo finalizzati a nascite di Governi che non rispettano la volontà del popolo. Così finalmente a decidere sarà il popolo e non il Palazzo”
Intanto ieri sera in Senato si è tenuta una seconda riunione della maggioranza di governo sulla riforma. L’esito dell’incontro, durato una quarantina di minuti, è stato interlocutorio. Si punta a incardinare la legge in Commissione alla Camera tra il 16 e il 20 dicembre. L’incontro era stato preceduto della richiesta di M5s di prevedere le preferenze e non brevi listini bloccati, come invece gli altri partiti della maggioranza ipotizzavano. Il Pd ha insistito nella riunione per il doppio turno, modello considerato «il più logico e funzionale delle soluzioni possibili» e ha chiarito che il proporzionale può prenderlo in esame solo con certezze assolute sulla forte selettività dello sbarramento, esplicito o implicito che sia. Il M5s ha insistito sul proporzionale, posizione condivisa da Italia Viva e da LeU.
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giovedì, 21 Novembre 2019 - 18:52
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