Carabinieri nello stabilimento siderurgico ArcelorMittal di Taranto. I militari del Noe di Rom, del Nucleo sulla sicurezza sul lavoro e del Comando provinciale, con la collaborazione dell’Ispra, stanno effettuando una ispezione su delega della procura che indaga dopo l’esposto dei commissari dell’Ilva. L’ispezione riguarda la situazione della fabbrica, la manutenzione e la sicurezza sul lavoro.
L’attenzione dei carabinieri è concentrata su «un attento controllo dell’area a caldo»secondo quanto si apprende da fonti giudiziarie. L’indagine mira ad accertare se c’è stato depauperamento delle materie prime, se sono state eseguite manutenzioni o se gli impianti rappresentano un pericolo per i lavoratori, poi una verifica complessiva di parchi minerali, nastri trasportatori, cokerie, agglomerato, altiforni e acciaierie in generale.
Per il quinto giorno consecutivo intanto sta proseguendo il presidio alle portinerie dello stabilimento siderurgico ArcelorMittal di Taranto dalle ditte dell’indotto che rivendicano il pagamento delle fatture. Confindustria, dopo un incontro con l’azienda, ieri aveva parlato di pagamenti agli autotrasportatori nella quasi totalità della platea per il 70% del fatturato, e per le altre articolazioni dell’indotto nell’ordine di circa il 50%, auspicando «il soddisfacimento graduale, nelle prossime 24/48ore, della totalità dei fornitori del pagamento del 100% delle fatture scadute e non dell’intero fatturato».
Gli imprenditori che partecipano al presidio sostengono invece che finora «sono arrivati pochissimi avvisi di pagamento» e si dicono «disorientati». Le aziende del’’indotto «stanno cercando di governare una situazione – ha sottolineato il presidente di Confindustria Taranto, Antonio Marinaro – di esasperazione da parte dei loro dipendenti in attesa delle mensilità loro spettanti. Oltre a questo aspetto, le imprese rivendicano una identica valenza di fronte all’azienda siderurgica e respingono la suddivisione operata dalla stessa Ami fra aziende ritenute strategiche ed altre non strategiche». Una catalogazione «che – aggiunge – anche da parte di Confindustria viene ritenuta non accettabile in quanto tutte le nostre aziende sono da ritenersi strategiche, al di là del loro ambito di attività e della loro dimensione».
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venerdì, 22 Novembre 2019 - 11:51
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