«Un Paese civile ha il dovere di dare una mano alla povera gente, ma siamo un Paese che non si può consentire il lusso di bruciare miliardi e miliardi per operazioni che non determinano lavoro, ai nostri figli dobbiamo dare lavoro non assistenza». Nel suo intervento alla presentazione di un’iniziativa che prevede fondi per le scuole, il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, fa un passaggio sulla legge di stabilita’ in discussione in questi giorni.
«Non mi spaventano le parole assistenza, aiuto, solidarietà – chiarisce – se una famiglia non ce la fa abbiamo il dovere di dare una mano, ma investiamo 9 miliardi tra reddito di cittadinanza e quota 100, la stessa cifra che destina lo Stato a scuola e università. Quando l’assistenza sarà finita avremo giovani in mezzo alla strada, senza futuro né dignità».
Per De Luca bisogna, invece, «insistere per dare alle nuove generazioni formazione, competenze e conoscenze. Se avessimo previsto due miliardi per interventi di assistenza e avessimo destinato il resto a scuola e università, avremmo raddoppiato le risorse per questi settori e costruito un futuro per i giovani, ma non abbiamo avuto il coraggio».
Il presidente della Regione Campania si sofferma anche sull’edilizia scolastica, ritenendo che sia necessario «aumentare la dotazione finanziaria per il mondo della scuola, anziché bruciare miliardi per fare operazioni clientelari inutili», mettendo anche mano a una sburocratizzazione radicale di questo Paese. «L’Italia sta cadendo a pezzi – conclude – abbiamo decine di miliardi di euro disponibili, il governo Renzi aveva realizzato una struttura di missione per l’Italia Sicura, ma è stata smantellata dal governo di Salvini. Abbiamo decine di miliardi pronti, ma abbiamo un tale groviglio burocratico-amministrativo che non riusciamo a investire queste risorse».
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martedì, 26 Novembre 2019 - 14:42
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