Tra le macerie di Durazzo e Thumane si scava anche a mani nude. Scavano tutti. Anche normali cittadini. Mentre le lacrime rigano i volti. La costa settentrionale dell’Albania è uno scenario di morte e disperazione.
Alle 3.50 ora italiana (2.54 ora locale) un violento terremoto di magnitudo 6.5 ha fermato la rinascita di uno Stato che faticosamente stava cercando di riemergere da un profondo letargo sociale ed economico provocato da quasi 50 anni di dittatura comunista. Uno Stato che negli ultimi anni, nonostante le ancora evidenti difficoltà ed incertezze, s’è trasformato in un paese di opportunità anche per molti italiani, che lì sono andati a vivere, invertendo la rotta che 30 anni fa gli albanesi hanno intrapreso verso l’Italia. Nel 2018 si contavano circa 22mila italiani in Albania. E anche loro oggi scavano tra le macerie nella speranza di strappare persone alla morte.
L’Italia ha inviato «un centinaio di vigili del fuoco, tecnici ed esperti per dare sostegno e aiuto necessari, soprattutto in questi primi momenti, in una situazione così difficile», ha spiegato il ministro dell’Interno Luciana Lamorgese. Anche i Governatori delle Regioni Veneto (Luca Zaia) e Valle D’Aosta hanno dato disponibilità al Dipartimento Nazionale di Protezione Civile per la partenza della Colonna Mobile della Protezione Civile regionale verso l’Albania. In mattinata sono partiti verso l’Albania soccorsi da Bari e da Brindisi.
E’ una corsa contro il tempo. Una corsa disperata per cercare di fermare quel drammatico bilancio di morte che di ora in ora si aggrava. Una corsa ad alto rischio, ché ci sono ancora scosse di assestamento e i palazzi già dilaniati dal terremoto ma non ancora del tutto caduti franano lentamente e all’improvviso mentre i soccorritori sono impegnati nelle ricerche. Le vittime accertate sono 13, tra le quali due bambini. I feriti sono oltre 600. La Caritas albanese si è attivata con la propria rete delle Caritas diocesane e sta raccogliendo le prime informazioni dalle parrocchie e missioni per andare incontro alle esigenze delle persone colpite e ai numerosi sfollati che nel corso delle prossime ore non potranno rientrare nelle loro case. Il Ministero dell’Interno ha comunicato che si stanno attivando 3 centri di accoglienza e raccolta sfollati a Shijak – Durazzo, 3 centri a Tirana, 1 a Helms-Kavaje e 1 a Lezhe. Nel frattempo ha fatto una richiesta ufficiale a Caritas Albania per il supporto alimentare di quanti saranno ospitati nei centri.
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martedì, 26 Novembre 2019 - 13:54
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