L’ex senatore azzurro Marcello Dell’Utri e braccio destro di Silvio Berlusconi torna in libertà dopo cinque anni di detenzione. L’ex manager di Publitalia termina oggi di scontare la condanna a sette anni (due dei quali ‘cancellati’ grazie alla liberazione anticipata) rimediata per concorso esterno in associazione di stampo mafioso. Per questa accusa Dell’Utri è prima finito in carcere, poi nel luglio del 2018 è stato sottoposto ai domiciliari, nella sua casa di Milano, per motivi di salute.
L’espiazione della condanna, che nel 2014 la Cassazione rese definitiva, non chiude però i conti con la giustizia dell’ex senatore azzurro. Dell’Utri è attualmente imputato in Corte d’Assise d’Appello al processo sulla cosiddetta trattativa Stato-mafia che in primo grado gli ha portato la pesantissima pena di 12 anni. Silvio Berlusconi, citato proprio dalla difesa di Dell’Utri come teste a discarico, si è avvalso della facoltà di non rispondere. E’ ancora in corso il processo, incardinato dinanzi ai giudici del Tribunale di Napoli, per le accuse di peculato, ricettazione e appropriazione indebita, in relazione alla scomparsa di alcuni libri antichi dalla biblioteca i Girolamini.
Diversi testi materialmente sottratti dall’allora direttore Massimo Marino De Caro furono ‘donati’ a Dell’Utri: con l’esplosione dello scandalo, l’ex senatore ha restituito tutti i volumi ad eccezione di ‘Utopia’ di Tommaso Moro di cui non vi è più traccia. Secondo la procura, Dell’Utri era a conoscenza della provenienza illecita dei testi; diversa invece la testi opposta dalla difesa.
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martedì, 3 Dicembre 2019 - 08:15
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