Il test d’accesso per Medicina del 2015 non si svolse in maniera regolare e per questa ragione, a distanza di 4 anni dalle prove preselettive, il Tar del Lazio ha disposto «l’annullamento della graduatoria» e «l’inserimento anche in soprannumero dei ricorrenti tra i soggetti ammessi a frequentare i corsi di laurea».
A darne notizia sono gli avvocati Francesco Leone e Simona Fell, che hanno rappresentato le istanze di molti ricorrenti. Le irregolarità rilevate nei ricorsi erano relative all’anonimato dei candidati che sarebbe stato violato. Secondo quanto denunciato, la prima violazione del principio dell’anonimato si è prodotta nel momento in cui il Miur ha previsto che, una volta aperto il plico con il materiale necessario allo svolgimento della prova prove selettiva, ogni candidato dovesse “prioritariamente” compilare la scheda anagrafica che non era precompilata, inserendo i propri dati e non predisponendo alcuna busta per contenerla. Una volta compilata, quindi, la scheda anagrafica è rimasta esposta sul banco durante tutto lo svolgimento della prova, senza che fosse fornito alcuno strumento per sottrarla alla vista del personale.
Un’altra violazione dell’anonimato si sarebbe prodotta per i ricorrenti nel momento in cui sul modulo risposte del candidato è stato apposto un codice plico prestampato (alfanumerico composto da 9 elementi fra numeri e cifre) ed un codice alfanumerico (“Etichetta Miur”) che doveva essere applicato dal candidato, prima della consegna dell’elaborato.
«Si tratta infatti di una gravissima irregolarità – spiegano i legali – in quanto, come più volte affermato dai giudici amministrativi, “nelle procedure concorsuali l’esigenza di assicurare il rispetto effettivo del principio costituzionale del pubblico concorso e la regola fondamentale dell’anonimato ad esso sottesa costituiscono la base di un dovere indefettibile per l’amministrazione”. Ci auguriamo che adesso questa sentenza possa fare da apripista per tutti i ricorsi successivi, compreso quello avverso il test del 3 settembre 2019 e che non si debba attendere tutto questo tempo per ottenere giustizia».
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martedì, 3 Dicembre 2019 - 13:11
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