Quattro bombe in cinque giorni a Torre Annunziata. La camorra non dà tregua a questo martoriato comune dell’area vesuviana. Ieri come oggi. Solo che oggi c’è una parte della collettività che è pronta a lottare, che è stanca di restare a guardare. E questa parte di collettività (non numerosa, ma pur sempre un inizio in una realtà dove la paura e l’omertà la fanno da padrone), nella giornata di ieri martedì 3 dicembre, ha risposto con la propria partecipazione all’incontro organizzato dall’Osservatorio Comunale per la Legalità (presidente Giovanni Taranto) a Palazzo Criscuolo.
L’incontro si è posto l’obiettivo di sviscerare le difficoltà del territorio e di proporre azioni collettive da mettere in campo contro il crescente clima di tensione palpabile negli ultimi giorni. Al confronto ha partecipato anche don Ciro Cozzolino, referente di Libera a Torre Annunziata che ha spiegato che «occorre dare una risposta come società civile a quello che sta succedendo. Una proposta è per esempio di organizzare una grande manifestazione cittadina come segno forte, per dire noi ci siamo. Non stiamo in silenzio. Camminando insieme e non in maniera individuale».
La necessità di reagire tutti insieme è emersa anche dall’intervento di Antonello Sannino, dell’associazione Anpi, che ha sottolineato che è dalla «percezione di solitudine che nascono la sfiducia e a quel punto la camorra vince. E per questo che come Anpi proponiamo di bloccare tutte le attività torresi per un giorno, per dare un senso di solidarietà e comunità».
«Sentimenti questi che si sviluppano ogni giorno e non solo in occasione delle manifestazioni» ha aggiunto Adriana Orefice, presidente dell’associazione Ubuntu, che spiega di credere molto nella manifestazione ma molto di più nella prevenzione. «Bisognerebbe tenere le strutture scolastiche aperte anche di pomeriggio e dimostrandogli che non esiste solo il vicolo ma anche un’altra realtà». «Con le attività – sottolinea Orefice – i ragazzini si trasformano. La mia proposta è cercare fondi per tenere le strutture aperte così da fortificare i ragazzi». «Facciamo pure le manifestazioni, ma alla gente delle zone più degradate non interessano. Bisogna aprire le scuole e gli oratori, bisogna rafforzare le strutture perché è l’unica fonte di salvezza» conclude il presidente di Ubuntu.
Combattere il degrado e le divisioni tra la cosiddetta Torre Nord e Torre Sud deve essere l’obiettivo per Salvatore Graziano. «Nella parte alta vediamo una città più o meno vivibile e ‘accesa’, nella parte bassa si vive uno stato di abbandono totale con strade sporche e palazzi che crollano. Tutto ciò favorisce la proliferazione della delinquenza. Più chiudiamo, più muriamo e più accresciamo la camorra. Cerchiamo allora di ‘accendere’ anche Torre Annunziata sud. La marcia della legalità però deve partire da Torre Sud. Poi bisogna incontrarsi per cercare di migliorare la situazione del centro storico».
Sull’esigenza di recupero dei minori interviene anche il consigliere comunale Pierpaolo Telese lanciando un allarme. «Oggi la criminalità organizzata utilizza forze fresche di età sempre più bassa, in qualche caso fuori dall’area di punibilità. Abbiamo visto un clan di minorenni – al di sotto dei 14 anni rispetto al quale la giustizia può nulla – formarsi in un istituto comprensivo. La criminalità ha capito che andava abbassata l’età della delinquenza per innalzare il livello di scontro con lo Stato». Infine propone che «da Torre parta un laboratorio nel quale discutere di modifica del codice penale minorile e nel quale interrogarsi sulla possibilità di strappare i bambini e gli adolescenti a famiglie indegne che non sono in condizione di crescere ed educare perché oggi combattiamo questo clan ma domani mattina ne dovremo combattere un altro che è figlio di questo». «Abbiamo arrestato i nonni, i padri, i figli, oggi ci sono i nipoti. Vediamo di non arrivare ai pronipoti» conclude. «Affrontare in modo più approfondito la questione della cosiddetta camorra dei colletti bianchi» è l’invito di Salvatore Sparavigna dell’associazione Oplontorum.
«La risposta forte che bisogna dare è di fissare un appuntamento settimanale in modo che le persone possano partecipare sempre più numerose e approfondire e sviscerare le questioni più spinose che ci sono in città» conclude. «Lavorare sul tessuto sociale e culturale» è l’esigenza espressa dal preside dell’Istituto De Chirico, Felicio Izzo, nel suo intervento. «Più presenza dello Stato» chiede Ciro Maresca, presidente della Pro Loco. «Lo Stato non c’è. Parliamo di turismo ma anche nella zona circostante gli scavi di Oplonti vige il degrado», aggiunge Maresca. «Un maggiore impegno ai dirigenti che hanno la responsabilità di organizzare i servizi comunali» perché «su questo i cittadini hanno le mani legate» e alle forze dell’ordine nel far rispettare le regole» è la richiesta di Luigi Caso in chiusura dell’incontro.
Claudio Bergamasco de ‘La paranza delle Idee’ chiede di non ridurre la marcia a una «mera parata politica. Dobbiamo sederci al tavolo e parlare di prospettive. La gente deve essere abituata a far parte di determinati percorsi. Con risposte serie. C’è bisogno anche di una risposta politica forte. Con un percorso di trasparenza e programmazione, così può nascere una coscienza civile». All’incontro anche il consigliere comunale Maria Longobardi, l’assessore Martina Nastri, il sindaco Vincenzo Ascione che si è congratulato per l’iniziativa e ha salutato gli intervenuti, Carmela Sermino, moglie di Giuseppe Veropalumbo, Beatri Federico, moglie di Raffaele Pastore e Liberato Cafiero, fratello di Luigi. Per organizzare la manifestazione don Ciro Cozzolino, scelto come coordinatore, ha dato appuntamento a martedì 10 alle 19 presso la chiesa della Trinità a Torre Annunziata.
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mercoledì, 4 Dicembre 2019 - 16:28
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