Passa attraverso intercettazioni e pedinamenti l’inchiesta per concorsi truccati che questa mattina ha travolto il Comune di Sant’Anastasia scoperchiano un «mercimonio» di posti pubblici. Sì, perché secondo le accuse che la procura della Repubblica di Nola rivolge a sei indagati, tra i quali il sindaco Lello Abete e il consigliere comunale Pasquale Iorio (entrambi finiti in carcere), i due esponenti politici sarebbero coinvolti in un sistema di ‘assegnazione’ fraudolenta dei concorsi.
Il compenso ovviamente erano soldi. Tanti soldi. Per ottenere un posto di lavoro il prezzo da pagare oscillava – hanno spiegato oggi in conferenza stampa – tra i 30mila e i 50mila euro. Cifre blu, che consentivano al candidato di ottenere un aiuto sia nella fase delle prove selettive che in quelle scritte. In un caso c’è chi aveva promesso di 30mila euro per assicurarsi il posto da istruttore amministrativo; un altro caso riguarda la dazione, avvenuta, di 50mila euro per il posto da istruttore direttivo. Il denaro veniva versato in tre tranche e sempre prima di ogni singola prova (preselettiva, scritta e orale). Nel caso del posto di istruttore amministrativo, il candidato si tirò indietro e non versò il denaro: così non ottenne il posto. Nel secondo caso, invece, il posto è stato assegnato: la vincitrice del concorso, impiegata comunale, è stata sottoposta alla misura cautelare del divieto di dimora in Campania, misura applica anche al coniuge ritenuto complice nella vicenda.
Secondo gli inquirenti, era il sindaco Lello Abete a segnalare il candidato disposto a pagare. Mente il segretario dell’Ente comunale, Egidio Lombardi (pure lui in carcere), era quello che materialmente si assicurava il superamento delle prove, dal momento che spesso aveva funzione di presidente della Commissione d’esame. Pasquale Iorio, il consigliere comunale, era invece la persona deputata a riscuotere il denaro. In questo scenario, sostengono gli inquirenti, avrebbe avuto un ruolo fondamentale anche Alessandro Montuori, un imprenditore titolare di una società cooperativa, con sede legale e operativa a Salerno, specializzata nel campo della gestione dei concorsi pubblici: a lui, che è finito in carcere, è stato attribuita la condotta di avere alternato i risultati delle prove concorsuali pubbliche, mediante intervento informatico, nonché la divulgazione anticipata del materiale relativo alle prove scritte e orali.
«Si tratta di una vicenda grave, perché commessa da pubblici amministratori che dovrebbero tutelare i ragazzi e la libera aspirazione di tutti a un posto di lavoro», ha affermato il capo della procura di Nola Annamaria Lucchetta. (Seguono altri aggiornamenti)
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venerdì, 6 Dicembre 2019 - 12:29
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