Salme gettate in ‘fosse comuni’ per liberare loculi e rivenderli: arresti in provincia di Potenza | Lo scandalo

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Rivendevano i loculi al cimitero, ma per farlo prima spostavano le salme che legittimamente li occupavano e le buttavano «in vere e proprie fosse comuni». La vergognosa speculazione si è consumata nel cimitero di Rionero in Vulture in provincia di Potenza, dove stamattina sei persone sono state arrestate.

Tre persone sono finite in carcere e altrettante ai domiciliari: in prigione sono finiti Emilio Aiuola, Angelo Napolitano e Damiano Colonna; ai domiciliari invece sono stati sottoposti Lorenzo Di Lucchio, Amedeo Colangelo e Nicola Biagio Cratere. Un settimo indagato è stato colpito da una misura interdittiva, quella del divieto di esercitare attività imprenditoriali per la durata di un anno: si tratta di Carmela Aiuola. Eseguito anche un sequestro preventivo ‘per equivalente’ sui beni degli indagati. Le accuse contestate a vario titolo sono di corruzione, concussione, peculato, turbata libertà degli incanti, induzione indebita a dare o promettere utilità, falso in atto pubblico, abuso in atto d’ufficio e soppressione di cadavere.

L’inchiesta, battezzata ‘Il grido dell’Ade’, ha preso il via dopo la denuncia di un cittadino. La Squadra Mobile di Potenza, attraverso intercettazioni telefoniche e servizi di appostamento, ha così individuato «un sistema che di fatto orientava e monopolizzava l’aggiudicazione dei servizi e dei lavori pubblici» del Comune di Rionero in Vulture, tra cui la gestione del cimitero, per un totale di circa due milioni di euro. Al centro dell’operazione è la famiglia Aiuola, che gestiva il cimitero, e a cui facevano capo diverse società, una delle quali aveva in gestione il cimitero di Orta Nova (Foggia) dove sono stati accertati casi di corruzione.

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venerdì, 6 Dicembre 2019 - 13:28
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