Hanno intenzione di costituirsi parte civile nei confronti di due colleghi imputati con loro nel processo sui presunti depistaggi sul caso di Stefano Cucchi. I due carabinieri Colombo Labriola e Francesco Di Sano sono accusati, insieme ai superiori Francesco Cavallo e Luciano Soligo (entrambi tenente colonnello), di falso ideologico. Secondo i legali di Labriola e Di Sano, i due militari avrebbero ricevuto dai due superiori in grado disposizioni per modificare alcuni atti.
Il dibattimento per questo processo ha preso il via dinanzi al giudice della settima sezione penale del Tribunale di Roma. Si tratta del quarto procedimento scaturito dalla morte di Stefano Cucchi, avvenuta il 22 ottobre del 2009: dopo quello a carico di alcuni agenti della penitenziaria (tutti assolti), è in corso quello di secondo grado ai medici dell’ospedale Sandro Pertini (dove Cucchi morì) e quello dinanzi la Corte di Assise che ha visto la condanna a dodici anni per omicidio preterintenzionale nei confronti di due carabinieri.
Sul banco degli imputati ci sono 8 carabinieri accusati di avere avuto un ruolo nel depistaggio sulle indagini avviate per accertare le responsabilità della morte di Stefano Cucchi. Annotazioni che secondo la procura furono falsificate allo scopo di «procurare l’impunità dei carabinieri della stazione Appia responsabili di avere cagionato a Cucchi le lesioni che nei giorni successivi gli determinarono il decesso». Sul banco degli imputati il generale Alessandro Casarsa, accusato di falso ideologico, il colonnello Lorenzo Sabatino, ex capo del nucleo operativo di Roma, accusato di omessa denuncia; Francesco Cavallo, all’epoca dei fatti tenente colonnello capoufficio del comando del Gruppo Roma; Luciano Soligo, già comandante della Compagnia Montesacro; Massimiliano Colombo Labriola, ex comandante della stazione di Tor Sapienza; Francesco Di Sano, all’epoca in servizio a Tor Sapienza; Tiziano Testarmata, già comandante della quarta sezione del Nucleo investigativo e il carabiniere Luca De Cianni. Gli otto carabinieri sono stati rinviati a giudizio lo scorso 17 luglio dal gup Antonella Minunni del Tribunale di Roma.
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lunedì, 16 Dicembre 2019 - 11:10
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