E’ Francesco Prete il nuovo procuratore di Brescia. Lo ha deciso il plenum del Consiglio superiore della magistratura. La nomina non è avvenuta all’unanimità ma a maggioranza. Prete, attualmente procuratore a Velletri, ha ottenuto 12 voti: per lui si sono espressi Magistratura Indipendente, Unicost e tutti i laici ad eccezione di Fulvio Gigiliotti (M5S). Sette preferenze, invece, sono andate al suo concorrente, l’attuale sostituto procuratore generale presso la Corte d’Appello di Milano Fabio Napoleone (in passato procuratore di Sondrio e consigliere del Csm dal 2014 al 2018): per lui hanno votato Area, l’indipendente Nino De Matteo e il laico Gigliotti. Non hanno invece votato, per astensione, i 4 componenti di ‘Autonomia & Indipendenza’ (Davigo, Ardita, Pepe e Morra), il primo presidente Giovanni Mammone e il neo pg della Cassazione Giovanni Salvi.
Sessantuno anni, Prete – legato alla corrente Unicost – è entrato in magistratura con primo incarico alla Procura della Repubblica di Bergamo. Poi, dopo una breve permanenza in procura a Brindisi, l’arrivo nell’ufficio giudiziario di Milano dove ha fatto parte del pool sui reati contro la pubblica amministrazione prete della Dda: sue le indagini sugli amministratori della cassa di risparmio di Asti e quelle sul gravissimo incidente all’interno di una camera iperbolica dell’istituto ortopedico Galeazzi a carico di Antonio Ligresti per incendio e omicidio colposo plurimo. E’ stato anche sostituto procuratore a Brindisi, dove si è occupato di indagini sulla Sacra Corona Unita, e poi procuratore a Vasto, dove ha diretto indagini sulla criminalità organizzata e su reati edilizi, culminate con il sequestro di interi villaggi turistici. Il 9 dicembre del 2013 si è insediato alla guida della procura di Velletri, carica che adesso dovrà lasciare alla luce della nuova promozione.
La nomina per il vertice della procura di Brescia non è secondaria. Brescia è infatti competente per le inchiesta che riguardano i magistrati di Milano. Non a caso la nomina per la procura di Brescia è finita al centro delle trattative ‘parallele’ tra il pm romano Luca Palamara e i parlamentari Luca Lotti e Cosimo Mattia Ferri (all’epoca dei fatti entrambi nel Pd; il secondo è poi passato con Italia Viva) dopo il pensionamento anticipato del procuratore capo Tommaso Buonanno, il 5 novembre dello scorso anno.
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mercoledì, 18 Dicembre 2019 - 12:54
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