L’accusa di rapina è caduta, perché i giudici hanno ritenuto che «il fatto non sussiste». E quella di estorsione, invece, è stata derubricata in violenza privata. Violenza privata semplice, ché anche l’aggravante della matrice camorristica contestata dalla procura è stata depennata.
Il boss Eduardo Saltalamacchia viene condannato per un episodio risalente all’ottobre dello scorso anno ma incassa anche la scarcerazione e, non essendo detenuto per altro, il ras ritenuto a capo dell’omonimo gruppo criminale attivo nei Quartieri Spagnoli e nella zona della Pignasecca torna a casa per Natale. Stessa sorte per Gaetano Esposito, Massimo Capasso, e Ciro Burraccione tutti imputati nello stesso processo.
La sentenza è stata emessa nel primo pomeriggio di oggi. Saltalamacchia (difeso dagli avvocati Leopoldo Perone e Antonio Rizzo), Capasso ed Esposito sono stati condannati ad un anno e 8 mesi di reclusione, a Burraccione sono stati inflitti 12 mesi: tutti sono stati ritenuti colpevoli del solo reato di violenza privata.
I fatti al centro del processo risalgono al 2 ottobre del 2018. Il boss insieme ad altre due persone aggredì un ragazzo per strada, prendendolo a pugni e schiaffi; alla vittima venne anche portato via un borsello contenente 20 euro ed altri effetti personali. «Portaci il mezzo o ti spariamo in testa», fu la minaccia rivola alla vittima. Secondo quanto accertato dagli inquirenti, il ragazzo venne aggredito perché fu ritenuto responsabile del furto di un motorino rubato alla persona sbagliata. Per questi fatti gli imputati vennero arrestati a febbraio in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Napoli.
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lunedì, 23 Dicembre 2019 - 17:34
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