Broulee è una città fantasma. Come numerose altre città della costa sud-est, a maggiore densità turistica, dell’Australia. Il cielo è una coperta di fumo, l’aria è irrespirabile. Lungo le strade ci sono carcasse di canguri. Le case di legno sono ridotte in cenere, i parchi nazionali (come il Flinders Chase) sono scheletri. E tra la vegetazione si nascondono i corpi senza vita dei koala.
E’ catastrofe, in Australia. Una catastrofe che ha provocato una carneficina di animali selvatici e otto morti nell’ultima settimana, ma ci sono anche dispersi. L’Australia brucia ancora. E, complice i forti venti e le alte temperature (unite alla siccità), la situazione rischia di complicarsi ancora di più. E’ da settembre che i roghi imperversano nel Paese, ma è a fine anno che l’inferno di fuoco ha assunto dimensioni devastanti. Il Nuovo Galles del Sud è lo stato più colpito (insieme a Victoria): qui, nella notte di Capodanno, si sono registrati più di 100 incendi. Circa 50mila case sono senza elettricità. Gli incendi hanno abbattuto le linee di trasmissione nella parte meridionale dello Stato, che sono collegate al vicino Stato di Victoria. Le autorità hanno invitato decine di migliaia di persone, soprattutto lungo la costa Sud-orientale, a evacuare le zone. Ma non tutti sono andati via: in molti hanno deciso di restare per provare a difendere le cose dalle fiamme. I turisti, circa 30mila, stanno facendo mano mano rientro a casa.
Impossibile stimare con esattezza i danni: un bilancio approssimativo registra 24 morti dall’inizio degli incendi ad agosto; 500 milioni di animali morti e oltre 5 milioni di ettari andati in fumo (sempre a partite da agosto). Il fuoco intanto avanza, e le solo le immagini drammatiche che arrivano dalla costa sud-orientale sono in grado di dare un’idea dell’apocalisse. I pompieri provano ad avanzare tra le fiamme per cercare di salvare le specie animali che sono il simbolo dell’Australia: i koala.
Gli esperti stimano che tra gli animali selvatici più colpiti dagli incendi ci siano proprio i koala, che si muovano lentamente e per questo sono più a rischio. In base a stime dell’Università di Sydney, dall’inizio dell’emergenza incendi ad oggi sarebbero morti 480 milioni di animali, poco meno di mezzo miliardo, fra questi il 30% dei koala d’Australia, ossia 8mila esemplari. Nei giorni scorsi, quando i roghi sono divampati, nella città costiere di Mallacoota, a 500 chilometri a est di Melbourne, 4mila turisti si sono rifugiati in spiaggia per sfuggire alle fiamme: li hanno tratti in salvo gli uomini della marina, giunti con mezzi da sbarco e navi militari. I roghi ancora attivi, stando all’agenzia Ap, sarebbero ancora 200, tra lo Stato del New South Wales e di Victoria.
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lunedì, 6 Gennaio 2020 - 14:44
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