Sono dodici i parlamentari del Movimento Cinque Stelle che nel 2019 non hanno rendicontato nemmeno un euro e rischiano ora l’espulsione. Il provvedimento che sarà stabilito nei loro confronti non è stato ancora chiarito, neanche al termine della riunione del collegio dei Probiviri che dovevano fare il punto, insieme a Di Maio ed ai capigruppo, della situazione relativa ai rimborsi non versati. I dodici morosi sono il senatore casertano Fabio Di Micco, il senatore pugliese Lello Campolillo, il senatore napoletano Luigi Di Marzio, il senatore catanese Mario Michele Giarrusso, la deputata napoletana Flora Frate, il deputato cagliaritano Andrea Vallascas, il deputato catanese (che ieri si è dimesso ed è entrato nel gruppo misto) Santi Cappellani, il senatore siciliano Cristiano Anastasi, il deputato di Varese Nicola Acunzo, la deputata torinese Nadia Aprile, il deputato piemontese Paolo Romano e la senatrice sarda Vittoria Bogo, quest’ultima da tempo assente in Parlamento per ragioni di salute.
Accanto a chi ha versato zero euro, ci sono quelli in notevole ritardo con la rendicontazione( come Colletti, D’Ippolito, Galizia, Siragusa, Garruti, Lorefice): in tutto sono 47 gli eletti che non sono in regola, il 15% che dovrà mettersi in regola pena, come minimo, la sospensione, anche se lo stesso collegio ha specificato che ogni misura disciplinare sarà commisurata alla gravità della violazione. Dopo il summit di ieri ed a partire dall’avvio del procedimento disciplinare i morosi avranno dieci giorni di tempo per presentare le controdeduzioni.
Ma il tema dei rimborsi pone anche una questione di carattere politico. Non sono in molti, infatti, a gradire l’attuale sistema che prevede la restituzione di duemila euro che confluiscono sul conto di una Commissione restituzioni e rimborsi, e chiedono trasparenza e chiarezza. E questa richiesta di trasparenza si estende ad ogni aspetto della gestione del partito, come ha rilevato più volte l’ex ministro ed ex pentastellato Lorenzo Fioramonti. Proprio quest’ultimo è in procinto di fondare il movimento ‘Eco’, in cui confluirebbero almeno quindici parlamentari dissidenti, tra i quali alcuni insospettabili.
Una situazione esplosiva, considerato che il Movimento Cinque Stelle non può più permettersi una emorragia di parlamentari, espulsi o transfughi che fossero, vista la precaria stabilità del Governo. Argomenti spinosi che saranno affrontati nella riunione dei gruppi, fissata per domani, che potrebbe trasformarsi in una vera e propria resa dei conti interna ed un processo alla gestione di Luigi Di Maio.
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mercoledì, 8 Gennaio 2020 - 08:55
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