Una emergenza rifiuti che riporta alla memoria le drammatiche immagini degli inizi del Duemila, quando Napoli finì sui siti di tutto il mondo come capitale della ‘monnezza’. La città si trova in questi giorni ad affrontare una nuova crisi dovuta alle difficoltà dei siti di tritovagliatura in provincia. Allo stato, calcola l’assessorato all’igiene urbana, ci sono ancora 300 tonnellate di rifiuti in strada e 900 ne sono state raccolte stanotte dall’Asìa.
L’assessore Raffaele Del Giudice precisa che «resta un arretrato – dice – di circa 200 tonnellate al termine di ogni notte che se non otteniamo la possibilità di effettuare dei conferimenti straordinari negli impianti restano in terra e si accumulano ogni giorno con i rifiuti normalmente prodotti dalla città».
La fotografia attuale di Napoli non lascia spazio all’immaginazione. Cumuli in periferia (in particolare a Scampia e Ponticelli), le cui strade sono intasate da diverse settimane, ma sacchetti anche nel cuore della città, dal Vomero al centro storico. Intanto gli stir, gli impianti che vagliano i rifiuti e lo reindirizzano alla differenziata o all’inceneritore di Acerra per il tal quale, sono in affanno e anche oggi molti dei camion che hanno raccolto stanotte sono in coda in attesa di sversare.
A rendere più grave la situazione sono anche i dati resi noti ieri dall’Agenzia sulla qualità dell’aria ad Acerra che hanno fatto scattare un’allerta per l’inquinamento da polveri sottili per le giornate del 6 e 7 gennaio. Dato che, spiega però l’agenzia regionale competente Arpac, potrebbero essere scaturiti da un malfunzionamento della centralina di rilevamento.
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giovedì, 9 Gennaio 2020 - 11:39
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