La sua storia fece scalpore perché in una ripresa effettuata dalle telecamere della Finanza appariva in mutande mentre timbrava il cartellino. Alberto Muraglia, che all’epoca dei fatti era vigile urbano addetto al Mercato, è stato mandato assolto, nella giornata di oggi, dall’accusa di truffa ai danni dello Stato mossa nell’ambito dell’inchiesta sui ‘furbetti del cartellino’ che esplose alla fine del 2015.
L’ex vigile aveva chiesto ed ottenuto di essere processato col rito abbreviato: il giudice per le indagini preliminari lo ha assolto perché il fatto non sussiste. Per leggere le motivazioni alla base della sentenza, che la procura ha già annunciato di volere impugnare, occorrerà attendere qualche settimana.
In sede di discussione la difesa di Muraglia, aveva sostenuto che Muraglia – quando fu ripreso dalla telecamera – aveva già aperto il mercato e si era dimenticato di timbrare, quindi era uscito in slip perché la timbratrice era a due passi dall’alloggio comunale all’interno del mercato, che gli era stato concesso proprio per questo servizio: doveva aprire il mercato alle 5.30 ed entrare in servizio alle 6, dopo aver timbrato in abiti civili, perché il tempo di indossare la divisa rientra nel tempo lavoro.
Muraglia, per via di quell’inchiesta, è stato licenziato. Oggi fa l’artigiano. Ha già impugnato il licenziamento e attende adesso con l’assoluzione in tasca gli esiti della causa di lavoro patrocinata dal suo avvocato, Alessandro Moroni.
Oltre a Muraglia sono stati assolti altri 9 imputati. Disposti anche 16 rinvii a giudizio e 16 patteggiamenti. Per chi è stato rinviato a giudizio, il dibattimento prenderà il via l’8 giugno.
«L’impianto accusatorio – ha commentato il sostituto procuratore Grazia Pradella – vede una sostanziale conferma in 16 patteggiamenti e 16 rinvii a giudizio. Per gli abbreviati leggeremo le motivazioni e decideremo il da farsi: vi erano prove considerate di spessore».
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lunedì, 20 Gennaio 2020 - 20:21
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