Dai ‘furbetti’ del reddito di cittadinanza ai ‘furbetti’ del ‘Bonus Cultura 18 App’. Duemila e 300 ragazzi neo-maggiorenni hanno stretto un accordo illecito con i titolari di tre cartolibrerie per monetizzare indebitamente un bonus che, per legge, è finalizzato esclusivamente all’acquisto di libri o per l’ingresso a cinema, teatri, concerti e musei. In numerosi a mettere in collegamento le due ‘categorie’ erano intermediari, ossia 19enni che avevano in passato già beneficiato del bonus facendone un uso improprio e avevano deciso di mettere in piedi un vero e proprio business.
E’ quanto hanno scoperto gli uomini del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Napoli e della compagnia di Giugliano nell’ambito di una mirata attività di indagine (coordinata dalla procura della Repubblica di Napoli Nord) che ha evidenziato una monetizzazione illecita di 2326 bonus per un ammontare di un milione e 162mila euro. Gli oltre 2300 diciottenni coinvolti nel business, alcuni dei quali provenienti dal basso Lazio o dal Cilento (moltissimi invece sono della provincia di Napoli), sono stati identificati ed ora si troveranno a fare i conti con un’accusa di truffa ai danni dello Stato e presto saranno anche costretti a restituire le somme di denaro indebitamente percepite. Il recupero delle somme avverrà tramite il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo. Indagati a piede libero, sempre per truffa, anche gli intermediari, che sono circa una quindicina.
Più severa, invece, la ‘sanzione’ per i titolari delle tre cartolibrerie (ubicate a Casoria, a Casavatore e Marano finite nel mirino della Finanza: quattro persone (di 32, 44, 57 e 72 anni), anche loro accusate di truffa ai danni dello Stato, sono state raggiunte da una misura cautelare, emessa dal gip del Tribunale di Napoli Nord, di contrattare con la pubblica amministrazione per la durata di un anno.
Le indagini abbracciano il 2018 e sono partite a seguito di un’attività dei finanzieri della Compagnia di Giugliano. I primi sospetti sono nati a seguito di verifiche sulla spendita del ‘bonus’ condotte insieme alla Sogei, la Società Generale d’Informatica S.p.A. partecipata al 100% dal Ministero dell’economia e delle finanze, che si occupa della gestione informatica della spendita dei bonus. Ad insospettire i finanzieri è stata la circostanza che il bonus, dal valore complessivo di 500 euro ma spendibile anche in più tranche, fosse stato speso tutto in un’unica soluzione e che le cartolibrerie interessate dal ‘fenomeno’ erano sempre le stesse. Di qui l’apertura dell’indagine che si è incrociata con un altro elemento: nel corso di un’attività in borghese presso una delle tre cartolibrerie incriminate, i finanzieri hanno assistito a una monetizzazione illecita di un bonus. Intuendo di essere in presenza di un business più ampio, i finanzieri hanno mangiato la foglia e sono andati via.
Il sistema era semplice: i beneficiari del ‘Bonus’, che erano intenzionati a incassare la somma senza spenderla per le finalità previste dalla legge, si recavano nelle cartolibrerie compiacenti dove si assumeva una vendita fittizia di libri. L’acquisto venivano pagato col ‘bonus’. A fronte dell’avvenuto (finto) acquisto, i titolari delle cartolibrerie elargivano ai beneficiari la somma del bonus. Quindi scattava la divisione dei proventi: a seconda dei casi, i commercianti – su un bonus totale di 500 euro – chiedevano un compenso che oscillano tra i 200 e i 300 euro, la restante parte andava ai ragazzi in possesso dei bonus. In altri casi però lo ‘scambio’ avveniva tramite intermediari, tutti ragazzi di 19 anni che – secondo i finanzieri – avevano, da neo-maggiorenni – beneficiato del bonus e avevano sperimentato il trucco.
Questa pattuglia di furbetti aveva creato gruppi WhatsApp, Facebook e Telegram, nei quali inserivano i ragazzi più piccoli e prospettavano loro la possibilità di monetizzare il bonus, rassicurandoli anche sulla liceità dell’operazione. In questo caso l’intermediario si faceva carico dell’operazione in cartolibreria e di consegnare poi i soldi al 18enne. In cambio percepiva 50 euro. Un vero e proprio business, che ha spinto i finanzieri a estendere il raggio delle indagini: adesso si analizzeranno tutti i dati relativi al 2019 e al 2017, anno in cui è stato introdotto il bonus.
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giovedì, 23 Gennaio 2020 - 16:21
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