I genitori di un bimbo di 8 mesi morto nell’agosto del 2015 per le complicazioni di una gastroenterite acuta sono stati condannati ciascuno a 6 mesi di reclusione per omicidio colposo (pena sospesa) dal tribunale di Firenze. Per l’accusa avrebbero contribuito ad aggravare in modo irreversibile lo stato di salute del piccolo non portandolo alla visita di controllo fissata presso l’ospedale da dove era stato dimesso due giorni prima. La coppia, dunque, avrebbe sottovalutato lo gravità delle condizioni del piccolo.
La madre, parlando con il medico del 118 intervenuto dopo il decesso del bambino, e la cui testimonianza è finita agli atti del processo, avrebbe raccontato di averlo persino portato in piscina nel corso della giornata, e di avergli fatto fare il bagno. La testimonianza del medico del 118 è stata confermata dagli infermieri che erano con lui. I genitori tuttavia, sentiti in aula durante il processo, hanno negato di aver portato il figlio in piscina. Nello stesso processo è stato assolto, perché il fatto non sussiste, un terzo imputato, il pediatra di un ospedale della provincia di Firenze che aveva disposto le dimissioni del piccolo dopo due giorni di terapia a base di soluzione reidratante e antibiotici, fissando un controllo per 48 ore dopo, al quale il piccolo, però, non fu portato.
L’inchiesta della procura di Firenze partì da una denuncia presentata dagli stessi genitori del piccolo. Secondo quanto spiegato dal loro legale, avvocato Iacopo Scaffai, i genitori non avrebbero portato il figlio alla visita di controllo perché avrebbero confuso la data: si sarebbero fidati di quanto gli era stato detto a voce dal medico, che avrebbe erroneamente detto loro di presentarsi il lunedì, e non domenica, che era invece il giorno indicato nel foglio di dimissioni. Sempre secondo quanto spiegato dal legale, la madre avrebbe effettivamente detto al medico del 118 intervenuto dopo il decesso di aver portato il figlio in piscina, riferendosi però a un’uscita di famiglia fatta alcuni giorni prima.
Secondo quanto ricostruito dalle indagini dei carabinieri, coordinati dal pm Christine Von Borries, i genitori, su indicazione del pediatra di famiglia, portarono il figlio in ospedale dopo circa 10 giorni da quando accusava i sintomi di una gastroenterite, e dopo avergli somministrato a casa un probiotico, sempre su indicazione del medico. Il piccolo, che soffriva di una patologia per la quale era sottopeso, fu in effetti ricoverato per due giorni. Fu dimesso dopo 48 ore di terapia con un quadro clinico in via di normalizzazione, sebbene avesse perso ancora peso. I genitori non si presentarono alla visita di controllo fissata per la mattina di due giorni dopo. La sera il piccolo morì in casa per arresto cardiocircolatorio dovuto, in base alle perizie eseguite, a complicazioni della gastroenterite.
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sabato, 25 Gennaio 2020 - 08:20
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