E’ stata e torna ora ad essere una delle battaglie identitarie del Movimento Cinque Stelle. Il no ai vitalizi, che sembrava essere ormai dato per assodato dopo la delibera voluta dal Movimento nel 2018, torna un tema di attualità. E diventa nuovamente cavallo di battaglia dei grillini, e magari uno spunto per uscire dalle sabbie mobili in cui sembrano finiti da quando sono diventati non più forza di piazza ma di governo.
I fatti. Sono 1270 i parlamentari che hanno fatto ricorso contro il taglio del vitalizio. Vitalizi che in realtà sono stati aboliti dal 2012, solo che con la delibera del 2018 è arrivata l’applicazione retroattiva che è andata a ‘colpire’ 1338 vitalizi che dovrebbero essere ricalcolati secondo il metodo contributivo, con un abbassamento dell’80%. La delibera che ha fatto scattare il ricalcolo contributivo dal primo gennaio del 2019 è scattata il 12 luglio alla Camera ed il 16 ottobre al Senato con un risparmio potenziale per le casse dello stato di 70 milioni complessivi circa. I parlamentari che si sono sentiti defraudati, però, hanno proposto ricorso, sul quale in questo mese di febbraio si dovrà decidere.
Il 12 febbraio, a Montecitorio, si riunirà il Consiglio di Giurisdizione, organismo della Camera dei Deputati, presieduto dall’onorevole Alberto Losacca (Pd). Il 20 febbraio invece si riunirà la Commissione contenziosa, organismo questo del Senato, presieduta dall’onorevole Giacomo Caliendo di Forza Italia. I due organismi sono tra loro indipendenti ma uno deve tenere conto della decisione dell’altro.
Oggetto del contendere, sulla base degli esposti dei parlamentari, è la delibera del 2018 con cui il Senato si è adeguato ai tagli imposti mesi prima dalla Camera; la paura dei pentastellati è che la Commissione contenziosa, guidata da un forzista, bocci la delibera e di fatto ripristini i vitalizi assecondando i parlamentari rivoltosi, guidati dall’ex onorevole Maurizio Paniz.
L’idea che il vitalizio esca dalla porta e rientri dalla finestra fa arrabbiare i Cinque Stelle che su questo tema hanno fondato parte della loro identità politica e della loro guerra alla ‘casta’. «La vecchia politica è tornata all’attacco – si legge sul Blog delle Stelle – con ogni mezzo per tentare di ripristinare il più odioso e ingiusto tra i privilegi che si era auto attribuita. Neanche una delibera già approvata riesce a fermare la casta, che non si scompone mai quando c’è da difendere i diritti dei cittadini, le loro pensioni e i loro risparmi, ma scende in campo compatta quando bisogna preservare i propri conti in banca».
A scuotere i pentastellati, che attaccano anche il ‘silenzio’ della presidente del Senato Casellati, sono poi i presunti conflitti di interesse in questa vicenda: «A decidere se far tornare in vita i vitalizi cancellando la delibera voluta dal MoVimento 5 Stelle, che ne ha decretato la fine – ribadiscono – sarà un organo interno del Senato in totale e pieno conflitto d’interessi. Questo perché tra i suoi componenti ci sono o persone che sono entrate in Parlamento molti anni fa e che quindi hanno tutto l’interesse a far decadere la disciplina attuale per godere personalmente del vitalizio maturato».
«Chiediamo al Presidente del Senato – concludono – di fermare immediatamente il tentativo in corso di rimettere le mani sui soldi dei cittadini e di utilizzare gli strumenti sua disposizione affinché l’organo in conflitto d’interessi, la Commissione Contenziosa, venga sciolga». Un appello questo che non può concretizzarsi perché sia la Commissione contenziosa che il Consiglio di giurisdizione sono organi di autodichia e giurisdizionali che non possono essere sciolti.
In ogni caso la risposta, sia ai ricorsi dei politici ed ex politici in rivolta, sia ai Cinque Stelle, improvvisamente rianimati intorno ad un tema che fa presa sui cittadini, arriverà in questo mese.
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martedì, 4 Febbraio 2020 - 10:01
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