Alla fine Renato Nitti l’ha spuntata. Dopo una battaglia a colpi di carta bollata durata tre anni, il magistrato pugliese ha battuto il Consiglio superiore della magistratura e si è preso l’incarico di capo della procura della Repubblica di Trani.
Nella giornata di ieri, mercoledì 5 febbraio, il plenum del Csm ha dovuto approvare la nomina di Nitti, attualmente pm della Dda di Bari. Nomina che provoca la rimozione forzata dall’incarico di Antonino Di Maio, che era stato nominato dal Csm nel 2017. Proprio la decisione di tre anni fa ha innescato il contenzioso finalmente giunto al termine.
E’ l’aprile del 2017 quando Di Maio viene nominato successore di Carlo Maria Capristo. Nitti impugna la decisione del Csm e si rivolge al Tar per chiedere l’annullamento. Nel gennaio 2018 il Tar rigetta il ricorso di Nitti, che però fa ricorso e va dinanzi al Consiglio di Stato.
Questa volta il secondo grado accoglie parzialmente il ricorso del pm barese, ritenendo che il provvedimento di nomina da parte del Csm sia affetto da un vizio di legittimità. In pratica il giudici di Palazzo Spada ritengono che Di Maio non avesse titoli sufficienti per diventare procuratore. E’ il 3 ottobre del 2018. Gli atti tornano dunque al Csm, che deve riesaminare il caso alla luce della sentenza del Consiglio di Stato. Siamo a febbraio 2019: il plenum, a maggioranza, indica nuovamente Di Maio come procuratore, ritenendo che egli avesse un’«esperienza più ricca» avendo lavorato in più uffici di procura e che aveva un’anzianità di ruolo maggiore. A favore di Di Maio votano in 16: i consiglieri di Unicost e Magistratura Indipendente, i laici di Lega e Forza Italia e Fulvio Gigliotti del M5s. Per Nitti votano in cinque: i togati di Area e il laico M5S Alberto Maria Benedetti.
Ma Nitti non ci sta e impugna di nuovo la decisione, lamentando che il plenum del Csm avrebbe disatteso gli indicatori richiamati nella sentenza dei giudici amministrativi dell’ottobre 2018: a novembre 2019 il Consiglio di Stato (in sede giurisdizionale) gli dà ragione. E si arriva così a ieri, quando il nuovo plenum del Csm (diverso nella composizione sia da quello del 2017 e in parte anche da quello del febbraio 2019) decide finalmente di accogliere le ragioni di Nitti e di assegnargli la guida della procura di Trani. Il magistrato si insedierà tra qualche settimana. Di Maio, invece, dovrà fare le valigie.
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giovedì, 6 Febbraio 2020 - 17:20
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