Il ministero dell’Interno aveva risposto ‘picche’ alla richiesta di risarcimento avanzata dai parenti più stretti di Salvatore Barbaro, il giovane cantante neomelodico ucciso dalla camorra a Ercolano per un tragico scambio di persona. Il motivo era semplice: la madre di Barbaro era stata ritenuta non del tutto estranei ad ambienti delinquenziali avendo ella parentele con personaggi della camorra locale.
Ebbene, il Tribunale civile di Napoli ha sconfessato le motivazioni offese dal ministero dell’Interno per non aiutare i parenti di Barbaro ed ha riconosciuto il diritto della mamma del giovane ad ottenere i benefici in danaro previsti dalla legge.
Il ministero aveva bocciato per ben due volte la richiesta della donna. Dopo la seconda bocciatura, la mamma di Barbaro, assistita dal legale Giovanni Zara, si è rivolta al tribunale civile di Napoli, che le ha dato ragione, ritenendo la totale estraneità della donna a qualsiasi ambiente criminale. Per il giudice, anche la circostanza che alcuni familiari della Scudo avessero precedenti non è risultata rilevante, in quanto i reati di cui si sarebbero macchiati non rientrano tra quelli che per legge precludono il diritto all’elargizione in danaro. La donna ha dunque il pieno diritto di godere di un indennizzo per la grave perdita del figlio.
Salvatore Barbaro fu ammazzato il 13 novembre del 2009 in via Mare a Ercolano. Si trovava a bordo della sua auto quando i killer, al soldo del clan Ascione, lo affiancarono e gli spararono ritenendo che fosse un uomo del clan Birra che era finito nella black list. Per la sua morte, nel marzo dello scorso anno, sono state disposte due condanne all’esito del processo di secondo grado. I giudici della Corte d’Assise d’Appello di Napoli hanno confermato l’ergastolo per il boss Natale Dantese (considerato il mandante dell’omicidio) e per Antonio Sannino. L’assoluzione, invece, fu disposta per Pasquale Spronello. Per l’omicidio di Salvatore Barbaro è stato anche condannato, ma col rito abbreviato, Vincenzo Spagnuolo, accusato di essere l’esecutore materiale del delitto: ha rimediato 30 anni.
Dall’inchiesta emerse che i killer avrebbero dovuto percepire 3mila euro a testa, ma incassarono solo 800 euro perché sbagliarono obiettivo.
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lunedì, 10 Febbraio 2020 - 19:41
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